Secondo gli investigatori, nessuna visita medica e nessuna patologia effettiva, ma comunque in tasca un documento, ritenuto fasullo, per certificare l’esenzione dall’uso della mascherina se non addirittura dalla vaccinazione contro la Covid-19. E in un paio di casi utilizzato per il ricorso contro una sanzione.
Gli agenti della Questura di Forlì-Cesena hanno portato allo scoperto un presunto giro di “shopping sanitario” nell’ambito delle misure di contrasto alla pandemia da coronavirus e del rispetto del Green pass, con 23 persone coinvolte, tra cui il medico di Sestri Levante Roberto Santi, già sospeso dal suo Ordine professionale, che secondo le accuse avrebbe fornito false certificazioni, e tre sanitari, di cui uno sospeso.
Il profilo di due persone è ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Peraltro, sul medico di Sestri Levante la procura di Genova lo scorso settembre aveva già aperto un fascicolo per presunti “certificati facili”.
Lo hanno riferito stamane il vicequestore Enrico Gardini e il capo di gabinetto Maurizio Maccora, illustrando l’indagine partita da Forlì e che ha coinvolto altre province e regioni, così come minorenni per l’utilizzo dei falsi attestati in ambito scolastico.
I reati contestati sono falso in certificazione, ricettazione e uso di atto falso.
L’attività di indagine, hanno spiegato gli investigatori, è scattata lo scorso aprile a Cesena nell’ambito dei controlli “serrati e con diverse sanzioni” ai partecipanti dei vari “No paura day”.
Un manifestante residente a Forlì ha esibito un certificato medico di esonero dall’utilizzo della mascherina che ha insospettito gli agenti e che è stato quindi sequestrato.
Successivamente, sono partite le verifiche su social e chat riconducibili alla galassia No mask-No vax-No Green pass dove secondo la Polizia circolano informazioni per ottenere “documentazioni compiacenti”.
La Questura ha quindi aperto l’indagini procedendo ai primi accertamenti per avvalorare la teoria investigativa sulla possibilità di acquistare falsa documentazione dal medico della provincia di Genova, tra l’altro salito sul palco a Cesena del primo “No paura day”.
Gli accertamenti sono poi proseguiti sulla posizione di altre persone che si erano procurate certificati dal medico genovese e non dal loro medico di famiglia, documenti tutti uguali se non per il nome e anche con alcune controindicazioni all’uso della mascherina in disaccordo con le direttive Oms e del Sistema sanitario nazionale.
A Forlì viene scoperto un altro caso, altri due riguardano un residente nel milanese e uno nel modenese che avevano allegato la falsa documentazione al ricorso in Prefettura contro una multa per mancato uso della mascherina.
Altri quattro documenti fasulli risultano depositati in altrettante scuole, tre riguardanti minori e uno un insegnante.
Così, una decina di giorni fa gli agenti della Questura di Forlì-cesena hanno effettuato 13 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, sequestrando 14 certificati medici, di cui sei per l’esenzione dalla vaccinazione anti Covid (tre a operatori sanitari e tre a commercianti).
A conferma dunque che il medico si sarebbe adeguato alle richieste, rispondendo sempre con grande velocità una volta ottenuto il bonifico per la documentazione, tra i 50 e gli 80 euro.
Quasi impossibile, almeno per ora, quantificare però quanto incassato dal medico di Sestri Levante, ma secondo le ipotesi degli inquirenti sarebbero centinaia le documentazioni fasulle in tutta Italia.
Documentazioni che non è detto non circolino più.
Di certo sull’uomo è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Genova a settembre.
Gli indagati, hanno precisato dalla Questura di Forlì-Cesena, non sono tutti attivisti o partecipanti alle manifestazioni che, spinti magari dalla paura per le conseguenze da mascherine e vaccino, non sono riusciti a trovare in altro modo l’esenzione. Il tutto però, sottolineano gli investigatori, in piena consapevolezza.