Pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale anche le modalità di verifica dell’obbligo vaccinale e del green pass
Quasi nel silenzio generale, con i media focalizzati sulla guerra, l’ultimo ed ennesimo Dpcm è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è stato reso operativo.
Per quello che si riesce ad interpretare, le norme, come al solito sono poco chiare e complesse, la prima cosa che salta agli occhi è la durata del green pass o super green pass che sia.
Green pass, l’illusione della sua abolizione
Se pensavamo ad una sua abolizione con la fine dello stato di emergenza al 31 marzo o la fine dell’obbligo di vaccinazione per gli over 50, siamo sicuramente degli illusi.
Infatti, in Gazzetta, si parla di una durata “tecnica” di un anno e mezzo, rinnovabile automaticamente di un altro anno e mezzo. Questo per chi ha fatto “la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario”.
Parlavamo di norme complicate da comprendere. Ebbene questa volta vengono coinvolti tre ministeri: quello Salute, quello dell’Economia e delle Finanza e quello per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale.
Strumenti di controllo tecnici ed automatizzati
Vengono, infatti, stabiliti strumenti di controllo “tecnici” ed anche automatizzati incrociati. Per distinguere le varie situazioni e le categorie dei possessori dei green pass, dei vaccinati e degli esentati.
Inoltre vien istituito un sistema di controllo. Del tutto simile alla piattaforma in uso nelle scuole, per individuare automaticamente nelle università, il personale non vaccinato (o con vaccinazione scaduta).
Il tutto con un incrocio di dati fra Ministero della Salute e l’Agenzia delle Entrate con la finalità di elevare le multe agli over 50.
Il decreto, affronta, tutta una serie di regole tecniche e apre la strada ai controlli automatici per il certificato.
Questo potrebbe essere il motivo per cui recentissime circolari interne delle aziende riporterebbero l’obbligo di passare al certificato digitale, sopprimendo quello cartaceo che in molti posti già non viene accettato.
La volontà, da quello che appare, sarebbe quella di creare le basi per fare in modo che il certificato verde (o marchio verde, come viene definito da tanti) diventi parte integrante del nostro vivere quotidiano. Questo al di là del problema sanitario. L.B.
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