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Hacker russa arrestata, presi due complici: 23enne cubana e 31enne ivoriano

Truffe online a spezzino, denunciati due campani
Polizia postale (foto di repertorio)

Gli investigatori della Polizia di Stato in servizio al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Liguria hanno individuato due dei complici dell’hacker russa arrestata nel novembre scorso, nell’ambito di un’attivita’ investigativa su un gruppo criminale dedito alla realizzazione di reati informatici e al riciclaggio delle somme ottenute.

La non facile attivita’ di analisi forense dei dispositivi informatici sequestrati in occasione dell’arresto dell’hacker russa ha permesso di sbloccare i numerosi telefoni e dispositivi in uso alla donna, che ha sempre rifiutato di fornire le password di accesso, permettendo cosi’ di acquisire elementi investigativi a carico di una 23enne cubana e un 31enne ivoriano.

I complici hanno agevolato l’hacker russa ad aprire fraudolentemente conti correnti e carte di credito, sia in Italia che in diversi stati europei, oltre ad agevolare l’attivazione di quelle reperite nel darkweb e gestire POS di pagamento intestati a una societa’ attiva nel settore della vendita e riparazione di cellulari con sede nel Centro storico genovese, successivamente chiusa.

La cubana e l’ivoriano hanno anche in piu’ occasioni monetizzato i proventi illeciti. Il provento delle attivita’ criminali, stimato in diversi milioni di euro, e’ stato in parte investito in cryptovalute e sono in corso approfondimenti degli esperti della sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale volti a individuare i possibili punti di “cash out”.

La donna russa era ritenuta il terminale italiano di un’articolata organizzazione dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio.

Gia’ arrestata Genova dalla Polizia Postale nell’ottobre 2021, nonostante cio’ aveva continuato a commettere reati, anche dagli arresti domiciliari, e per queste ragioni era stata nuovamente condotta in carcere nel giugno 2022.

Trascorsa la seconda carcerazione, era stata nuovamente collocata in regime di arresti domiciliari presso un’associazione di volontariato del Centro storico genovese, impegnata nel recupero dei detenuti, ma aveva ripreso i contatti con i propri complici e ripreso con le attivita’ illecite.