Docente di cultura e maestro di vita
Il ricordo al Colombo il Prof Mario Bonaria. Sembra una favola moderna che intrigherebbe persino Edmondo De Amicis per una versione del libro Cuore anni tremila; invece è una realtà bella dei giorni nostri, tutta da raccontare e che fa da contraltare ad una scuola che pare talvolta confusa, smarrita e persino inadeguata.
E’ la cronaca di una celebrazione di mezzo secolo di una maturità datata 1974, con ragazzi di allora, uomini maturi e imbiancati nei capelli, di adesso.
Il tutto è andato in scena nel rinomatissimo, a Genova e in Italia, Liceo Colombo che ha
partorito personaggi anche di spicco ed affermati in vari settori, con una cerimonia emozionante dell’affissione di una targa a ricordo del professore di Latino e Greco, illustre filologo classico professor Mario Bonaria. A scoprirla è stato il figlio del docente, Umberto, ingegnere.
Davvero un evento singolare di ricordo affettuoso ed attestato di grande stima che ha resistito nel tempo. Presenti alla commemorazione l’attuale preside dell’Istituto, Luca Barberis, alcuni docenti del Colombo, studenti di anni immediatamente precedenti o successivi a quelli del 50enario oltre ad una rappresentanza dell’Associazione Amici del Liceo Colombo.
E presenti e protagonisti, i promotori, undici, ex allievi di Bonaria.
Ed a nome di questi ultimi, ex studenti del corso “C”, degli anni dal ’71al ’74, a spiegare l’iniziativa è stato Andrea Miglioli, appunto uno di quei liceali di mezzo secolo fa: “abbiamo voluto commemorare con affetto il nostro indimenticato insegnante in occasione del 50esimo anniversario della Maturità”.
“E nel corso dell’evento – sottolinea Miglioli – dalle testimonianze degli studenti è emerso il ricordo di una figura molto amata, non solo per professionalità e capacità educativa, ma anche per grande umanità e disponibilità; a testimonianza che l’insegnamento, pur essendo una missione molto difficile, quando è svolta dalle persone giuste e nel modo giusto, riesce a creare non solo un atteggiamento positivo verso la cultura, ma anche legami affettivi imperituri nel tempo”.
Grande emozione tra gli ex del professore di Latino e Greco, tra i quali da citare Milena Pizzolo, famosa a Genova per il suo passato politico di prestigio e svolto stando sempre in mezzo alla gente.
Una vicenda che non può mancare di indurre a riflessioni su generazioni che passano, su come eravamo e come saremo. Perché tutto è avvenuto nel grande cortile dove vivevano un momento di ricreazione i liceali di oggi.
Giovanissimi che ridevano, parlavano tra loro, giocavano in partitelle con il pallone. Generazioni diverse, atteggiamenti dissimili, segno profondo di un mondo totalmente cambiato, unito tuttavia dal percorso intellettuale e di apprendimento.
E questo sta a segnalare come la necessità di cultura sia, forse oggi persino maggiormente che nel secolo scorso, indispensabile per gestire una società tecnologica che non deve dimenticare come l’uomo ed il suo intelletto siano i veri assi portanti della nostra comunità globale.
Davvero quel professore deve essere stato straordinario, se ha lasciato negli studenti (magari alcuni dei quali che da lui avranno persino avuto un brutto voto) un ricordo così profondo e importante. Dino Frambati