Ieri agenti dell’Ucigos e della Digos, con l’impiego del reparto speciale del Nocs della Polizia di Stato, hanno arrestato l’anarchico Luca Dolce nel Centro storico di Dolceacqua, sopra Bordighera.
Il 37enne triestino, conosciuto come “lo stecco”, era latitante da un paio di anni ed era già stato in carcere con l’anarchico Alfredo Cospito (condannato anche per l’attentato al manager di Ansaldo nucleare Roberto Adinolfi avvenuto nel maggio 2012 a Genova).
Addosso i poliziotti gli hanno trovato un documento d’identità falso.
“In contemporanea sono scattate anche perquisizioni a Trento, Trieste e in alcune località della Liguria. Obiettivo: mettere a fuoco i contatti intrattenuti da Dolce durante la latitanza” ha riferito il procuratore capo di Trento Sandro Raimondi.
Luca Dolce deve scontare 3 anni, 6 mesi e 15 giorni di reclusione per reati di stampo anarchico e per un ordine di custodia cautelare in carcere, emesso dal Gup del Tribunale di Trento, nell’ambito di un’inchiesta per reati connessi a presunto terrorismo (nel 2016 aveva partecipato alla violenta manifestazione contro il muro anti migranti che l’Austria voleva realizzare al Brennero).
Il 37enne è ritenuto dagli inquirenti un punto di riferimento tra gli anarchici del Triveneto e anche un elemento di collegamento con gruppi dell’antagonismo e del marxismo leninismo, anche per la sua produzione di documenti e testi pubblicati sui media d’area anarchica.
Secondo gli investigatori, l’attività di indagine finalizzata alla localizzazione del latitante è stata caratterizzata da un’estrema difficoltà operativa a causa delle straordinarie accortezze e dei consolidati atteggiamenti controinvestigativi messi in atto da Dolce e dai suoi fiancheggiatori.
Tali comportamenti e conoscenze sono maturati anche alla luce dell’esperienza fatta in occasione dell’aiuto fornito per la latitanza di Juan Antonio Sorroche.
Nelle ultime settimane l’area di ricerca è stata ristretta all’entroterra di Imperia. A questo punto sono stati impiegati gli agenti del Nucleo centrale operativo sicurezza (Nocs), che hanno operato insieme a elementi specializzati delle squadre di pedinatori e tecnici.
Il favoreggiamento della latitanza di Dolce, sempre secondo gli investigatori, si inserisce nel più ampio quadro d’indagine sul sodalizio di matrice anarco-insurrezionalista trentino, che “rappresenta una delle compagini libertarie più attive in ambito nazionale, per associazione sovversiva con finalità di terrorismo, finalizzata, oltre che al favoreggiamento del latitante, al compimento di specifici episodi delittuosi e dei reati di istigazione ed apologia con finalità di terrorismo”.
Secondo gli inquirenti, Dolce rappresenta “una figura di assoluto rilievo dato il suo consolidato carisma riconosciuto trasversalmente da tutte le realtà anarchiche nazionali”.
La sua assidua militanza e propaganda sulle tematiche anticarcerarie e antirepressive, che hanno caratterizzato anche la recente campagna di lotta in solidarietà all’anarco-insurrezionalista Alfredo Cospito, lo collocano tra gli elementi più in grado di influenzare e orientare l’intero movimento anarchico nazionale”.