I prezzi dell’energia salgono, scarseggiano le materie prime o sono difficili da approvvigionare. L’infrazione sale. Cerchiamo di capire la situazione attuale.
Dopo una settimana tra bombardamenti e qualche spiraglio di colloquio tra Russia e Ucraina facciamo il punto della situazione dell’ Economia, i mercati finanziari globali e la speranza di un cessate il fuoco che stenta a prendere forma.
Chiediamo a Riccardo Grossi, consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede, qual’ è il clima sui mercati finanziari ?
«Clima di prudenza e attesa sui mercati finanziari globali desiderosi di vedere progressi concreti nelle trattative di pace tra Russia e Ucraina per trovare un accordo nel porre fine al conflitto armato. L’ottimismo per una de-escalation fra le parti si è però gradualmente ridotto nel corso della settimana. Ieri sono ripresi i colloqui in modalità virtuale dopo che l’ultimo giro di negoziati in presenza si era svolto in Turchia.
Su questo tema è intervenuto il capo economico della BCE Lane dicendo che bisogna essere preparati a rivedere in modo appropriato le decisioni di politica monetaria se la pressione sui prezzi dell’energia e il conflitto in corso dovessero comportare un rallentamento marcato della dinamica congiunturale. È importante, pertanto, che l’istituto di Francoforte mantenga un’opzionalità “bilaterale”, ovvero lasciare aperta la possibilità di agire sia con una stretta che con un allentamento».
C’è un calo di produzione nell’industria manifatturiera? L’inflazione negli USA continua a salire? Gli analisti a livello globale e l’Istat come giudicano queste ultime settimane?
«Restando sull’argomento dei dati macroeconomici, la Cina ha visto contrarsi la propria attività manifatturiera per la prima volta in cinque mesi a causa della recrudescenza del virus che sta pesando sull’attività economica: l’indicatore è risultato pari a 49.5 punti, in riduzione dai 50.2 di febbraio seppur superiore alle stime degli analisti che lo vedevano a 49.1. Nel frattempo l’Inflazione in USA continua a salire:
il Personal Consumption Expenditures Price Index (PCE) è salito del +0.6% rispetto al mese precedente e del +6.4% rispetto a un anno prima – ai massimi dal 1983. Ieri anche l’Istat ha diffuso le stime preliminari di marzo sull’inflazione: l’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, ha registrato una crescita dell’1.2% mese su mese e del 6.7% su base annua».
L’ approvvigionamento delle materie prime, in questo ultimo periodo, ha avuto un rallentamento. Quali soluzioni si prevedono? Gas liquido USA per sostituire il gas della Siberia. Quale è la situazione attuale?
«Continua poi a tener banco il tema delle materie prime, infatti il presidente degli Stati Uniti Biden ha comunicato che saranno sbloccati dalle riserve strategiche USA 180 milioni di barili equivalenti a un periodo di circa un semestre, con l’obiettivo di calmierare l’aumento dei prezzi e mitigare i problemi di fornitura sui mercati causati dalla situazione Russia-Ucraina. Gli USA hanno altresì promesso che forniranno all’Europa 15 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas naturale liquefatto (GNL) nell’anno in corso, e lavoreranno anche per garantire all’UE altri 50 miliardi di metri cubi di GNL per i prossimi anni per aiutarla a ridurre la sua dipendenza dalle forniture di gas dalla Russia. Sulla base dei dati UE, la Russia costituisce il secondo più grande esportatore di greggio del mondo e fornisce all’UE oltre il 40% del suo fabbisogno totale di gas e rappresenta anche il 27% delle importazioni di petrolio».
Con queste dichiarazioni e spiegazioni sulla situazione economica e finanziaria Riccardo Grossi, consulente finanziario ci ha illustrato la situazione globale con vari riferimenti alla nostra Europa che rimane tra i disaccordi di due grandi potenze. ABov