I senatori di “Cambiamo con Toti” Paolo Romani, Gaetano Quagliariello e Massimo Vittorio Berutti, ieri al Senato non hanno votato la mozione di sfiducia della Lega contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Alla fine, il ministro del M5S resta al suo posto e il Governo può tirare un sospiro di sollievo perché il centrodestra è uscito perdente dalla battaglia contro Bonafede e l’Esecutivo.
Un esito atteso per la coalizione Lega-FdI e FI, che ha votato in modo compatto e aveva caparbiamente voluto intraprendere la strada della richiesta di dimissioni del Guardasigilli, considerato “inadeguato e omissivo” nella gestione delle rivolte nei penitenziari e delle scarcerazioni che hanno portato al passo indietro del capo del Dap nelle scorse settimane scorse.
“Il ministro del processo ‘senza fine’ – hanno spiegato Romani, Quagliariello e Berutti in una nota congiunta – non può certo avere la nostra fiducia. L’operato del guardasigilli si è caratterizzato per una politica giustizialista, dalla manomissione del principio del giusto processo fino ad una riforma delle intercettazioni in senso inquisitorio, che va in netto contrasto con il garantismo da noi sempre difeso.
Riteniamo tuttavia, a maggior ragione, che le dimissioni del ministro Bonafede non possano essere richieste per il contrasto con un pubblico ministero e avallando l’idea, figlia della stessa cultura giustizialista, che il potere giudiziario possa sindacare le scelte dell’esecutivo.
Il testo del presidente Bonino, e il consenso che sembra raccogliere da più parti, ci ha tolto dall’imbarazzo di dover scegliere tra la fedeltà ai nostri princìpi e la sfiducia a un pessimo ministro.
Dunque non abbiamo partecipato al voto sulla prima mozione, mentre il nostro voto è andato alla mozione di sfiducia al ministro Bonafede in senso garantista”.