Risacca eccezionale, presagio di tempesta. Venti morti, 14 feriti e 38 marinai salvati in extremis lottando contro il mare in burrasca e il vento a 45 nodi.
La tragedia della nave inglese London Valour, avvenuta il 9 aprile 1970 davanti alla diga foranea del porto di Genova, domani sarà ricordata dagli uomini della Capitaneria di porto del capoluogo ligure.
In precedenza era stata prevista anche un cerimonia per vittime, naufraghi ed eroi soccorritori, ma a causa dell’emergenza coronavirus è stato solo deciso di issare sui pennoni la bandiera della Marina Mercantile britannica.
Dopo 50 anni, i ricordi sono ancora vivi a Genova tra i soccorritori e le migliaia di genovesi che assistettero al dramma da terra.
La Capitaneria di Porto di Genova oggi ha ricordato “l’eroica azione dei soccorritori” incuranti del pericolo.
Tra i quali i sommozzatori e il capitano dei vigili del fuoco genovesi Rinaldo Enrico, che con l’elicottero “libellula” AB 47 G dei VVF sfidò il vento al limite dei 100 chilometri orari, e gli equipaggi della motovedetta CP del comandante Giuseppe Telmon e della pilotina “Teti” con i piloti Aldo Baffo, Giovanni Santagata e Giuseppe Fioretti.
Il pomeriggio del 9 aprile 1970 il vento di libeccio si alzò bruscamente da 28 a 45 nodi e la nave della compagnia inglese London & Overseas Freighters, all’ancora davanti alla diga Duca di Galliera, non riuscì ad avviare i motori (in riparazione) come invece fecero altre quattro navi in rada.
La London Valour iniziò a scarrocciare e finì contro la diga rompendosi in due.
Malgrado la violenza del mare in burrasca, Capitaneria di porto, Piloti, Carabinieri, Guardia di Finanza, Ormeggiatori e Rimorchiatori intervennero senza esitazione e salvarono 38 persone, contenendo il bilancio della tragedia a 20 morti e 14 feriti.