Dopo tre settimane di quarantena, da un paio di giorni il territorio del Comune padovano di Vo’ non vede crescere il numero di casi positivi al coronavirus.
Lo hanno confermato i dati diffusi ieri dai responsabili di Regione Veneto e nelle ultime ore nessun nome si è aggiunto all’elenco dei contagiati.
La località dei Colli Euganei che registrò il primo morto ufficiale da Covid-19, il 78enne Adriano Trevisan, sembra dimostrare che il contagio si può frenare.
Il comune focolaio del virus in Veneto è passato da un tasso di positività superiore al 2,5% nel primo screening di tamponi di massa effettuato, a dati inferiori a poche unità per mille, con il secondo test alla popolazione.
Tuttavia il governatore leghista Luca Zaia ieri ha avanzato una proposta “rivoluzionaria” e di buonsenso.
“Sui tamponi – ha spiegato Zaia all’agenzia Ansa – non accettiamo lezioni da nessuno. Io sono quello che ha voluto fare i tamponi a tutti i cittadini di Vo’ e oggi è un ‘case history’.
Abbiamo un progetto che presenteremo la prossima settimana, li eseguiremo anche ‘on the road’ fuori dai supermercati, al personale dei supermercati e ad altri perché più positivi troviamo più ne isoliamo e meno diffusione abbiamo.
Abbiamo fatto 29mila tamponi, siamo la comunità che ne ha fatti di più per milione di abitanti, a livello mondiale La Corea, di cui tanto si parla, viene dopo i veneti per numero tamponi
Ringrazio i cittadini veneti per l’atteggiamento che hanno saputo tenere in relazioni alle restrizioni adottate”.
“Abbiamo applicato la quarantena – ha aggiunto il sindaco di Vò Giuliano Martini – con grande senso di responsabilità e fatto due screening a cui ha aderito il 95% dei cittadini“.