Come di consueto, l’Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha riunito nella splendida sala Episcopio della Curia i giornalisti genovesi per i tradizionali auguri natalizi.
In apertura, rispondendo ad un messaggio di saluto del Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Dino Frambati, che parlava a nome del presidente Nazionale Carlo Verna, il Cardinale ha espresso incoraggiamento e solidarietà ai giornalisti che vedono a rischio il posto di lavoro soprattutto nelle testate locali.
“Non dimentico mai – ha detto – che ci sono le famiglie dietro a questi lavoratori in sofferenza. Sono anni e anni che la Chiesa guarda al mondo dell’informazione, invocando sostegno per la stampa locale, nella convinzione che più si è vicino alla gente e meglio può essere raccontata la realtà, una virtù che non deve essere abbandonata. Raccontare in modo obiettivo e non di parte, questo è un dovere morale del giornalista. Stare il più possibile nel particolare, cioè vicini alle persone. Con una pluralità di presenze, anche piccole e meno affermate, con un ruolo di servizio e contando su un necessario sostegno economico”.
Poi ha parlato di Genova, la sua città: “c’è ammirazione per questa città che si è rialzata dopo la tragedia del Ponte Morandi. Unità e compattezza sono il patrimonio più grande. Per questo gli auguro di vivere in questi giorni di Festa lo spirito del presepe. Ne abbiamo tutti fortemente bisogno: come città, come famiglie, come chiesa. Tutti possiamo guardare al presepe e trovarvi coraggio e fiducia. La forza che solo guardare a Gesù che nasce ci può dare, come accadde ai pastori”. Quindi ha parlato del Ponte Morandi: “A Genova – ha continuato il cardinale – auguro di mantenere la coesione e lo spirito di collaborazione che abbiamo visto sprigionarsi dopo la tragedia del Ponte Morandi. Devo dire come genovese che mai avevo visto tanta compattezza in questa città come in questa occasione, una straordinaria coesione pur nella diversità delle opinioni. In altri momenti non l’avevo vista come stavolta. Infine, un pensiero che diventa preghiera per le vittime ed i familiari, per gli sfollati che trascorreranno il Natale fuori casa, per gli esercenti danneggiati dal crollo, soprattutto per i piccoli”.
Bagnasco ha poi confermato che “Dopo la tradizionale Messa di mezzanotte in Cattedrale e quella di mattina presto al carcere di Marassi saremo a celebrare in tarda mattinata nella parrocchia della Certosa, quella più direttamente interessata dalla tragedia”. L’Arcivescovo, dopo alcune battute con i presenti, ha donato loro copia della sua recente Lettera alla città.
Franco Ricciardi