SAVONA. 15 AGOS. Una prima anteprima nazionale che ha fatto il botto ieri sera al Cinema Arena Vittoria di Borghetto Santo Spirito. “Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia de morto” (nelle sale dal 26 agosto) ha riportato al cinema una marea di persone ed è un film davvero riuscito.
Raccontare una operazione di riconversione di spazi urbani con ironia e grande fiducia nel futuro: è quello che ha cercato di realizzare, ed a mio avviso c’è riuscito in pieno, il regista Riccardo Milani.
Non era facile conciliare e far comprendere al grande pubblico la struggente bellezza di Roma con le sue sconfinate aree degradate.
Nel film la spiaggia dei super burini romani, nel comune di Fiumicino, è prima presentata come un incubo per il protagonista Giovanni (Antonio Albanese), ma alla fine come un gioioso e vitale punto di aggregazione. Le profonde differenze con Monica (Paola Cortellesi) si riducono anche grazie alla messa in pratica dell’ enciclica “ Laudato Si’” di Papa Francesco che nel quartiere viene abbracciata a pieno da Don Davide (Luca Argentero). Anche la riproposizione del cast del primo film risulta vincente.
Intanto anche grazie alla conoscenza del grande pubblico attraverso il precedente “Come un gatto in tangenziale” (uscito nel 2017, con incasso superiore ai 10 milioni euro), Coccia di morto si è rifatta il look. Sono state bonificate molte aree, con l’aiuto degli Aeroporti di Roma, demoliti alcuni fabbricati degradati: insomma il successo cinematografico ha contribuito a trasformare questa località sconosciuta in una meta di turismo.
Coccia di morto è una pineta monumentale, sita in una riserva naturale, che arriva fino alla spiaggia: per 600 metri è riservata ai nudisti, quindi prosegue a Focene.
Il Covid pur non essendo mai nominato nel film è ben presente nel raccontare tanta parte di quelle persone che a seguito della Pandemia hanno perso il lavoro e sono entrate nel novero dei nuovi poveri.
Si ride certo, ma il film è anche sostenuto da un forte senso etico e civico, attraverso il quale si è cercato di raccontare due anime del Paese divise da un profondo solco culturale.
Altro merito è quello di far vedere alcuni stupendi luoghi della Capitale e di farci riflettere su come spesso non sostiamo ad ammirare il bello che ci circonda, non solo in una grande città, ma anche nel più sconosciuto dei villaggi. Un’ ultima riflessione: il film insegna che non è vero che con la cultura non si mangia.
All’ Arena del Cinema di Borghetto “Come un gatto in tangeziale2” verrà proiettato anche questa sera dopo le 21.
CLAUDIO ALMANZI