San Valentino in epoca pandemica, a dirla tutta, toglie un po’ di romanticismo al tutto.
Ce li vedete gli innamoratini di Peynet tutti bardati sulla panchina con il rischio di essere multati per assembramento? Davvero non percorribile.
Allora…Visto che i recenti divieti in zona arancione hanno tolto anche la possibilità del San Valentino tete a tete magari non a lume di candela, visto che sarebbe stato un romantico pranzo, non resta che correre ai ripari attivando la modalità, ormai consueta, dell’home made.
Avete due possibilità, la terza sarebbe non festeggiarlo ma dai fa brutto anche se non siete più in luna di miele da qualche anno. Allora, o alzate la cornetta del telefono e componente il numero del vostro delivery preferito, oppure attivate il Bimby e vi trasformate in Cupido Carlo Cracco: fate voi. Da parte nostra, qualunque sia la vostra scelta, qualche consiglio basico per non farvi trovare spiazzati dalla festa che incombe.
Esistono i cibi afrodisiaci? Diciamo di sì!
E’ noto , infatti, come alcuni tipi di alimenti agiscano in modo positivo sull’organismo e sulla psiche nel senso che state intendendo mentre leggete. Ci sono i molluschi che sono ricchi di zinco, stimolante, specie se si tratta di ostriche. Casanova che se ne rimpinzava docet!
Allo stesso modo sono preziosi quegli alimenti che contengono principi vasodilatatori. Suscitano calore con quello che ne consegue.
Ma attenti a non esagerare con il vino…
Il cioccolato stimola la produzione di serotonina, stimolatore dell’umore. Se doveste andare in bianco, almeno la prenderete in ridere.
Tarfufi e sedano sono uniti dal medesimo principio attivo e costano in modo diverso… Sono cibi che contengono feromoni, che sono ormoni vegetali che agiscono da richiamo sessuale a livello inconscio. Nella libertina Roma Imperiale andava molto la zuppa di sedano.
E’ anche vero che conta la forma oltre che la sostanza. E allora attenti alle verdure che hanno una connotazione fallica come asparagi o porri.
Per par condicio, naturalmente, identico discorso vale per quegli alimenti che hanno un richiamo evidente all’anatomia femminile: ad esempio i frutti di mare.
Se poi vogliamo essere poco politically correct potrebbe funzionare molto il cibo costoso: se a offrire è uno dei due può ben disporre il partner.
Non usate i piatti sbeccati. Insomma anche l’occhio vuole la sua parte.
Apparecchiate in sala e non in cucina, tirate fuori il servizio buono e non lesinate una candela. Ecco le tovagliette di plastica spaiate sostituitele con una tovaglia.
Anzi, fatele proprio sparire, che è meglio. Luci soffuse e televisore spento… Aspetta un attimo: chi gioca stasera?
Che il menù sia godurioso. Che abbiate cucinato o che abbia suonato alla porta il vostro delivery preferito, fate che il cibo in tavola sia complice e godurioso.
Il massimo sarebbero dei gamberi da sgusciare con le mani, condivisi da un piatto centrale: unti e bisunti.
Se proprio non riuscite a resistere, entrambi, alla pasta con le cotiche fate pure.
Se avete deciso di virare sul pesto genovese che ci sia aglio in abbondanza: sarà per entrambi per cui il fiato di uno/a compenserà i sospiri dell’altro/a.
Non bevete troppo. Non è bello finire la festa del cuore facendo la festa allo stomaco. Riversi sul lavandino non è il massimo del romanticismo. E poi, sappiatelo amici maschietti, il troppo alcol euforizza ma deprime al momento del dunque.
Anche in questo caso, nel caso, riservate l’alcol al dopo nel caso dobbiate annegare il “due di picche” nell’alcol. Se poi nella bottiglia ne resta ancora vuol dire che avete fatto funzionare la serata a dovere.
Al dopo è meglio pensare prima. Per dopo intendiamo il risveglio, il giorno dopo. E’ vero che sarà domenica e il lunedì incombe, però svegliarsi al solito modo con il classico carpiato letto doccia potrebbe non essere il massimo. Una bella colazione da consumare in due a letto potrebbe essere una bella soluzione.
Magari spostate la cena a stasera, visto che è sabato, e la domenica mattina si presta al caffè bollente e non solo.
A proposito: vi siete ricordati di mandare i bambini dai nonni? Non lo avete fatto? Ah ecco: allora quattro pizze: ok?
MARCO BENVENUTO (Giornalista Enogastronomico, Direttore del sito di cucina ligure “Zena a Toua”)