Il mio Teatro è una città, convegno online, alla seconda edizione, progetto di Teatro Pubblico Ligure
E’ andato in scena il 27 febbraio, con oltre trenta partecipanti collegati da ogni parte d’Italia, da Trento a Napoli, da Genova alla Toscana, al Piemonte. Artisti e spettatori, insieme. Perché questo è il Teatro, come ha ben detto Andrée Ruth Shammah, fondatrice e direttore artistico del Teatro Franco Parenti di Milano. Il Teatro è del pubblico, il teatro è pubblico e cittadinanza.
Artisti e spettatori insieme ad affrontare il vuoto che questo ultimo anno ha spalancato sotto i palcoscenici.
Quel vuoto che è deserto, solitudine, terreno di gioco di Satana, per il Cardinale Ravasi che ha aperto con i suoi saluti il convegno. Quel vuoto che è anche opportunità, che è quell’istante in cui l’avversario inspira e puoi colpirlo, colmando il vuoto, agendo “prima del prima” come suggerisce Cristina Fiorentini, campionessa di Judo.
Il mondo del teatro si è confrontato con chi il vuoto lo affronta per mestiere, per trovare una via d’uscita.
Poetiche e tecniche le parole di Emilio Previtali, alpinista: bisogna saper sciare trovando una via nella neve, che è fatta di pieno e di vuoto.
Lucia Franchi, di Kilowatt Festival di San Sepolcro, la terra di Piero della Francesca, ci ha ricordato come il pubblico abbia imparato, in questo anno, che dietro il Teatro non ci sono solo i grandi nomi, ma c’è un mondo di lavoratori, di competenze, organizzatori, scenografi, tecnici audio e video; il pubblico sta imparando che se si ferma il teatro si fermano centinaia di migliaia di persone e che dietro al teatro c’è un indotto economico.
Ma gli spettatori, intervenuti come protagonisti, vanno oltre: il teatro è vita, dice Stefano Romagnoli, elettricista di Foligno, divenuto spettatore professionista con i suoi oltre duecento spettacoli visti ogni anno; il teatro è appartenenza dice Carola Rosasco, spettatrice appassionata; il teatro inizia da quando esco di casa, dice Anna Olivari, spettatrice che inseguendo il teatro ha molto viaggiato.
Le città sono nate per adempiere ai riti pubblici, è il pensiero del filosofo Ermanno Bencivenga, in collegamento dalla California dove insegna Logica. Il rito pubblico necessita di templi, di spazi pubblici che devono essere eretti. La clausura distrugge il senso pubblico di una civiltà, spezza legami.
Per Stefano Fera il virus è stato un grande urbanista: ci ha restituito il vuoto delle nostre città, lasciandocele riscoprire nella loro originaria bellezza, riportandoci alla forza dell’urbanità diffusa, modus vivendi della cultura italiana. Urbanità diffusa delle città medievali e rinascimentali italiane e di cui l’edificio teatro è protagonista.
Intensi in chiusura gli interventi dei più giovani, Tommaso Bianco di Kronoteatro di Albenga e Davide Sacco, dal Teatro Bellini di Napoli in cui è chiuso ad oltranza con i suoi attori a provare uno spettacolo che andrà in scena appena riapriranno i teatri.
Sergio Maifredi, ideatore del convegno Il mio teatro è una città: “I cambiamenti, generati dal vuoto delle nostre sale, possono restituire agli artisti la centralità della scena. Agli artisti che sono capaci di visione, oggi necessaria per interpretare il nostro tempo e guardare oltre, verso uno scenario nuovo, per ricostruire il patto tra palco e platea, tra attore e spettatore, uniti per un teatro che sia un teatro d’arte, vivo e del pubblico”.
L’intero convegno si può rivedere sulla pagina Facebook di Teatro Pubblico Ligure : http://facebook.com/teatropubblicoligure e sul sito Teatro Pubblico Ligure https://www.teatropubblicoligure.it/progetti/il-mio-teatro-%C3%A8-una-citt%C3%A0.html
I video interventi di S.Em. Il Cardinale Gianfranco Ravasi e tra gli altri di Paolo Rossi, Ermanno Bencivenga, Stefano Fera, Francesco Nardelli, Paolo Verri sono sul sito sulla pagina facebook di Teatro Pubblico Ligure
Il convegno è organizzato da Teatro Pubblico Ligure con il sostegno del Comune di Sori e della Regione Liguria, nell’ambito della stagione 2020 2021 di Sori Teatro.
fonte: Teatro Pubblico Ligure