Natale, che gran fermento. La festa delle feste. I cuori si scaldano e le case sono piene di sorrisi. Anche oggi che siamo chiamati a ridimensionare il nostro modo di festeggiare, c’è una tradizione e un mito che neanche il Covid-19 può arrestare: l’arrivo di Babbo Natale.
Raccontiamo ai bambini che vive in Lapponia e arriva a noi con una slitta trainata da renne. Ma quanto sappiamo realmente delle sue origini?
L’Università Unicusano ha realizzato per noi un’infografica sul mito di Babbo Natale. Un “regalo” inaspettato con l’approssimarsi del Natale.Un progetto, grazie al quale, possiamo scoprire il percorso storico e culturale di uno dei miti più longevi, magici e affascinanti nella storia sociale dell’umanità.
Le sue origini si collocano nel 300 d.C in una dimensione cristiana e nella persona di San Nicola. La tradizione si afferma, però, solo nel Medioevo. Con l’avvento del protestantesimo il mito natalizio inizia a discostarsi dalle suo origini cristiane. A questo si affianca, a partire dal 1800, la cultura letteraria americana. Un quid che ha portato, lungo tutto il secolo XIX, alla raffigurazione del Babbo Natale così come siamo abituati a vederlo.
In questo contesto storico Santa Claus fa il suo ingresso nella società “moderna”. Un personaggio dalle mille sfumature che però fatica, almeno nelle prime battute, a discostarsi dalle diverse rappresentazioni che si sono stratificate nel corso dei secoli.
Il primo riferimento a Santa Claus avviene nel 1809 nel libro “History of New York” di Washington Irving. Lo scrittore lo rappresenta come un uomo che porta doni ai bambini. Tuttavia cambia solo il nome ma nella sostanza assume ancora delle sfumature che lo avvicinano a San Nicola.
Il distacco dalle sue origini avvenne nel 1823 nella poesia ‘Una visita di San Nicola di Clement Clarke Moore. La tradizione natalizia, così come la conosciamo, inizia ad assumere le stesse dinamiche americane di oggi. I bambini lascino le calze appese vicino al camino con un bicchiere di latte e dei biscotti. Tuttavia esteticamente viene rappresentato con sembianze più elfiche che umane, pur mantenendo delle caratteristiche sono rimaste nell’immaginario collettivo: la barba bianca, le guance rosse, il naso color ciliegia e vestito di pelliccia. Trainato da una slitta con otto renne, ognuna con un proprio nome, giunge a casa dei bambini scendendo per il camino. Da qui, Charles Dickens trasse ispirazione ed utilizzò questa figura per trasformarlo in uno dei suoi personaggi nella sua opera “Un canto di Natale”.
Tuttavia, le descrizioni legate a Santa Claus erano per lo più letterarie. Le poche illustrazioni in circolazione lo raffigurato secondo le vecchie concezioni storico-culturali.
La prima immagine moderna di Babbo Natale venne pubblicata nel 1863, su Harper’s Weekly, ad opera di Thomas Nast, grande disegnatore e vignettista politico. Fu proprio grazie a questo illustratore che Babbo Natale prese realmente le distanze dal Vescovo di Myra. Un passaggio ben visibile in “Christmas drawings for the Human Race”. Una raccolta che Nast realizzò al fine di raffigurare mediante le illustrazioni realizzate negli ultimi anni, l’evoluzione di Santa Claus.