GENOVA – A 94 anni è scomparso nei giorni scorsi l’ artista internazionale Plinio Mesciulam un Maestro considerato dalla critica uno dei più grandi artisti italiani del Novecento.
Nato a Genova nel 1926 esordì alla grande nel 1948 alla V Quadriennale di Roma nel contesto della pittura astratta italiana del dopoguerra. Nel 1952, dopo aver conosciuto Atanasio Soldati, su sollecitazione di Monnet aderì al MAC contribuendo attivamente con ricerche sul rapporto colore-spazio architettonico. A cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta il Maestro elaborò una maniera “materica” con l’ uso del cartone ondulato, che Dorfles, presentandola, definì “originale”. In seguito ritenne ormai superata l’alternativa iconico-aniconico e preferì proseguire una ricerca sulle immagini e la materia pittorica.
Dal 1973 “Il Segno precario” (fotografia e scrittura manuale), dal 1976 “L’arte ostensoria: Epifanie Ostensibili” (cortei di giovani con insegne), presentate e sostenute da Francesca Alinovi alla settimana internazionale della performance a Bologna 1977. Sempre nel 1976 iniziò l’operazione “Mohammed” che si concreterà nel “Centro di Comunicazione Ristretta” (1977) e che durerà fino al 1981. Realizzò un lavoro sulla comunicazione (Net Art) che dal grande Pierre Restany venne definito “incunabolo di internet”.
Il Centro Mohammed successivamente si diffuse in tutto il mondo, suscitando l’interesse, la partecipazione e l’omaggio di illustri esponenti dell’avanguardia internazionale, da Beuys a Restany, Rainer, Boetti, Ben Vautier, Chiari, Kushner, Friedman, Penpne, Vaccari, Bartolini, Paladino e Pignotti. Una copia dell’archivio del Centro Mohammed venne acquisita dal Jean Brown Archive di Tyringham nel Massachussets e successivamente acquisita anche dal Getty Museum di Santa Monica. Ed ancora gli “Horrores” e “L’ Album di famiglia”.
Il 2005 fu l’anno delle celebri “Tavole auto-ostensione” (auto-ostentazione del proprio discorso). Per giungere fino al più recente lavoro sulla coppia (l’ amore dell’ uomo verso la donna) in un contesto tecnico-formale detto Archipittura (pittura che si protende verso lo spazio circostante difendendosi).
Insomma uno straordinario viaggio artistico, durato oltre 70 anni, attraverso svariate fasi e correnti, che hanno portato Mesciulam ad essere considerato uno degli artisti italiani più grandi del Novecento.
Le sue opere sono presenti nei più importanti musei del mondo ed in prestigiose collezioni private.
Il grande affetto che tutti quanti gli appassionati d’arte nutrivano per lui venne chiaramente palesato a Genova San Pierdarena dove tenne la sua ultima personale al Centro Civico Buranello nell’ottobre 2020.
La nostra redazione si unisce al dolore dei parenti ed amici per la perdita di una così grande e cara persona.
CLAUDIO ALMANZI