Il Nano Morgante. Ogni momento è buono per istituire nuovi obblighi & nuove tasse. In particolare, a prescindere dal Governo di volta in volta insediato e dalle varie compagini politiche, fare cassa è una priorità, come oggi lo é possedere un animale da compagnia.
In tale traiettoria, al posto di costituire nuovi gravami, si potrebbe rispolverare la vecchia e abrogata tassa sui cani: tassa/tributo istituita con regio decreto n. 1393 del 1918, obbligatorio in tutti i comuni con decreto n. 1175 del 1931[1], definitivamente abrogato con l’art. 7 della L. 281/1991 (fonte Internet).
Va nondimeno ricordato che il tentativo di re-introdurre questa tassa da parte del Governo Gentiloni (2017) suscitò polemiche e venne accantonato: ciò ad evidenziare la sottomissione all’unanime consenso dei rappresentanti politici che in questo modo traducono il ruolo politico come un impiego a tempo indeterminato, scomodando P. Gobetti.
A parte i riferimenti storico-normativi, la vecchia/nuova tassa riguarderebbe (i padroni dei) cani di qualunque varietà o razza, salvo tipologie specifiche d’utilizzo.
In effetti, tra tutte le possibili tasse, soprattutto nell’odierno contesto improntato all’auto-reclusione domestica, la tassa sul migliore amico dell’uomo non risulta astrusa, vista la condizione delle nostre strade disseminate di tracce canine in bella vista, su cui necessiterebbero costanti interventi di ripulitura, e la drammatica condizione di solitudine sociale dell’essere umano urbanizzato.
Sia come sia, si tratterebbe di ri-applicare una misura perfettamente allineata all’ attuale trend di diffusione degli animali domestici, il cui numero complessivo, secondo stime di un recente articolo di Isabella Puma in Animal Health, è pari al numero degli abitanti del BelPaese.
In definitiva, varrebbe capitalizzare una risorsa affettiva che accompagna e compensa la solitudine di un individuo per il quale la presenza domestica di un cane rimane l’unico motivo, fatte salve eccezioni & urgenze, per uscire di casa a fare quattro passi. Massimiliano Barbin Bertorelli