Malgrado ogni retorica sul valore dell’ esperienza e in barba ai criteri del darwinismo evolutivo, persiste la realistica possibilità di definire la specie umana una specie in-adattiva: per nulla elastica mentalmente, per nulla propensa a trarre dal rapporto con gli altri e dagli insegnamenti del tempo un miglioramento qualitativo del pensiero e del comportamento.
Tale in-adattività è constatabile in ogni sentire di un sentire già dato (cit. G. Debord), in ogni ferrea convinzione macchinalmente replicativa, laddove, a prescindere dagli effetti collaterali derivanti, il fattore tempo personale non induce alcun intento migliorativo.
In base al presupposto, l’individuo non è programmato per investigare passo passo sulla fondatezza delle proprie eteronome convinzioni, assunte e interiorizzate come fossero autonome.
In merito, se l’intento di riassettare, di domare periodicamente l’ effettività di tali errate convinzioni rafforza la personalità, restarne incardinato a vita la indebolisce.
In pratica, nessun margine di miglioramento individuale è ipotizzabile quando ci si esonera da una seria riflessione sulle azioni personali e quando non si va oltre allo stabilire, volta per volta, riuscito o sfortunato il pertinente esito.
Non a caso, il cosiddetto lifelong learning (l’ apprendimento permanente) é un approccio che coinvolge esclusivamente l’ambito professionale e non anche quello dell’esistenza.
D’altro canto, una prassi rielaborativa e autocritica del proprio modus vivendi tesaurizzerebbe i quotidiani rapporti interpersonali e produrrebbe nell’individuo, finalmente, una effettiva adattatività.
A semplificare il concetto, ogni agire dis-sociale, ogni pensiero radicato e malriposto, ogni idea di pretesa astuzia rivolta nei confronti del prossimo, costituiscono, tra l’altro, parametri di un’ esistenza inadattiva.
Concludendo con un provocatorio r-affronto, in tale ristretta visione di sé e del mondo, l’individuo non è che una merce mediocre, come il vino scadente che, invecchiando, acidifica. Massimiliano Barbin Bertorelli