Il Nano Morgante | Effetto Vip. L’individuo contemporaneo, taglieggiato nelle vesti di cliente globale, orbita voluttuoso, inconsapevole del pericolo, intorno all’ asse del consumismo, similmente alla falena che a proprio rischio vortica intorno alla fiamma.
La perfida premessa stabilisce la realtà ancillare e condizionata dell’individuo addomesticato dal volere mediatico, aggiogato ad una compulsione estetizzante alimentata dal “terrore di non essere nessuno”, per citare una strofa di Giorgio Gaber.
E’ un fatto che il possesso della merce prediletta dall’ individuo di massa si esponga quale mezzo visibile di riconoscimento della propria statura sociale.
Questa vetrina, tipica delle contemporanee relazioni impersonali, produce già di per sé un effetto vip sufficiente a corroborare nell’individuo la sensazione del successo. Senonché, la durata della sensazione è di tale brevità da imporne continue replicazioni scenograficamente migliorative.
L’esigenza di esporsi come evento quale quotidiana iniezione auto-generativa coincide con l’idea di una costante competizione estetico-sociale, il cui gratificante temporaneo compimento implica la presenza di un domestico rifugio in cui rintanarsi per conteggiarne l’esito e rigenerare le energie impiegate.
Estendendo il concetto, dato atto dell’omologazione in corso, resta l’inganno di questo effetto vip, con la sua pretesa di differenziazione, su cui subdolamente il mercato, a spese del consumatore, si garantisce l’acquisto dei prodotti.
In un tale contesto artefatto e isterilito, è paradossale che il ruolo del consumatore, inerme e insazio ostaggio dei must-have pubblicitari, abdichi al gratificante ruolo di protagonista, proprio in quanto anonimo, per sminuirsi e ridursi al ruolo di comparsa, proprio in quanto griffato. Massimiliano Barbin Bertorelli