E’ statistica che nell’ istante in cui un individuo si rallegra di una lieta notizia, contemporaneamente un altro individuo, in un imprecisato luogo del pianeta, venga raggiunto da una notizia di opposto tenore.
Una premessa ovvia e poco lieta, che rientra perfettamente nelle ordinarie condizioni di un’ esistenza globale, di un mondo visto come totalità & collezione, scomodando JP Sartre, su cui l’individuo può trovare spunto di riflessione. E anche di sensibile profitto.
Questa opposizione combinata di circostanze, inconsapevoli o inconoscibili, disconosciute o tralasciate per comodità, occupano lo spazio d’azione individuale in base al caso o alla contingenza.
“Sarà capitato anche a voi”, recuperando un motivetto musicale di un vecchio spettacolo televisivo, è utile per calibrare la circostanza inesorabile, per nulla stupefacente, per cui le stesse circostanze capitano a tutti, a turno. Per cui, senza averne contezza, tendiamo a vivere una quota delle altrui esperienze: passate, presenti, future.
In quanto parte di un tutto, l’individuo non può sensatamente esentarsi da tale versione complessiva e dichiarativa del “possibile argomento ad argine della solitudine dell’uomo contemporaneo”, citando liberamente Zigmunt Bauman.
Alla resa dei conti, la specie prevarrà sempre e comunque sull’io, a prescindere dall’ eticità snaturata in corso, a prescindere dal contesto individualista che non riesce a concepire l’esistenza se non come vantaggio materiale, a prescindere dall’incuranza che contrassegna il rapporto col prossimo.
Nel riprendere il contenuto del celeberrimo brano “Imagine” di John Lennon, l’immagine di comunità resta essenziale per ogni individuo nella misura in cui può assolvere al profitto esperienziale personale, malgrado ogni diversa percezione, ogni possibile dubbio, ogni opposizione.
Esiste un netto vantaggio nel pensare l’insieme e nel farlo diventare accanto. Viceversa, non esiste vantaggio ogniqualvolta l’individuo, per qualsivoglia motivo, traduce l’ insieme in contro, escludendo ogni vocazione plurale.
Dinanzi ad un imperante “individualismo senza contenuti”, come definito dall’ Enciclica Fratelli tutti, mentre il teatro politico é impegnato a fronteggiare la gestione Covid19, va stigmatizzata la latitanza di empatia nel pensiero umano, ormai compromesso dal bilancio quotidiano costi-benefici.
E’ un tragico equivoco scambiare per benessere un clima sociale in cui l’individuo oscilla tra la paura di essere fregato e l’idea inconfessata di fregare. Massimiliano Barbin Bertorelli