Potrebbe essere interessante rappresentare graficamente con un diagramma, giorno per giorno, le individuali oscillazioni dello stato d’animo, i picchi di ben-essere e di mal-essere, in cui l’essere umano naturalmente incappa.
Tali oscillazioni si contendono spazi e tempi dell’esistenza individuale, non di rado originate da eventi occasionali, il cui esito non è mai totalmente indipendente rispetto all’ agire mentale del soggetto.
In merito, anche sulla base di una matrice ereditaria, non è difficile comprendere quanto il carattere possa tradursi in sorte individuale (declinando l’oscuro Eraclito) e farlo corrispondere, nei casi fortunati, a quel dono prezioso che è il non costituire ostacolo a se stesso (declinando André Gide).
Peraltro, accadimenti di particolare significanza, intervenuti nel passato e/o nel presente, contribuiscono a determinare un’ alternanza delle condizioni dell’ essere e non tardano a produrre, statisticamente, una inclinazione più verso il malumore che verso il buon-umore.
Poiché è inevitabile una sintetica schematizzazione nell’affrontare l’argomento, proseguo nell’ immaginaria compilazione degli indici umorali, rendendo graficamente visibile l’andamento individuale, tra alti e bassi. Esattamente come un grafico aziendale, considerato quanto i parametri economici del Mercato influiscono sull’umore umano.
In specie, sarebbe interessante chiedersi, riportandone l’esito in postille, quanto e quando insiste lo sbalzo tra malumore e buonumore nelle singole esistenze. Ciò imporrebbe una ulteriore riflessione, tra l’altro, sulla conseguente qualità del pensare e dell’agire, nonché sull’invasività liberamente concessa alla ragionevolezza nelle personali circostanze.
L’idea euforica dell’universo, trasfusa filosoficamente da più parti, tende a soccombere in una vita mondana articolata su tale compromissione e fortemente inclinata nella contingenza e nella rilevanza del dato materiale.
D’altronde, per definire l’andamento di questo diagramma umorale, estrapolo da Hans Gadamer la menzione circa la “capacità di recuperare i concetti del passato in modo tale che essi includano in sé anche il proprio modo di pensare il presente”.
In nome di tale capacità adattiva, malgrado la virulenza del trend invidualista, capitalizzare la vita potrebbe condurre ad una maggiore propensione oscillatoria dell’umore verso l’alto, per semplice effetto del riconoscimento del valore di un’ esistenza plurale. Massimiliano Barbin Bertorelli