E’ ingenuo pensare di risolvere un problema con la stessa testa che l’ha concepito.
In questo senso, è sempre un vantaggio disporre di una mente adattiva, di una visione delle cose non aggiogata a preconcetti, al fine di affrontare adeguatamente le circostanze. Ancor meglio, per evitarne l’insorgenza.
Tuttavia, è evidente la generale in-capacità del singolo individuo di tenere ben salde le redini della propria esistenza senza precipitare in fissazioni e preconcetti, senza restare in balia di pensieri fissi, disfunzionali.
Traducendo il concetto, l’individuo usualmente adotta nelle proprie vicende un pensiero ristretto e replicativo, fino a costituire da sé & per sé patimenti, altrimenti evitabili.
Ritornando all’assunto, il pensiero immobilizzante preclude azioni realmente definitorie, manifestandosi inerme tanto quanto la mente che lo ha elaborato.
Non riconoscersi nell’ inermità, anche a fronte degli sviluppi improvvisi e/o inattesi delle circostanze, implica la statistica replicazione di risposte inadeguate. Viceversa, esprime la certezza di garantire e perpetuare per sè un costante flusso di problemi insoluti.
L’ inermità è quindi la condizione che identifica l’ individuo-soggetto, proprio nel suo essere subalterno, nel soggiacere , in particolare, a limiti auto-costituiti.
Tale è la complicanza che ne deriva, irrisolvibile in quanto concepita da una visione d’insieme troppo ravvicinata.
Questo è l’esito di un modo di pensare che disconosce ogni risposta, ancorché risolutiva, inconciliabile col proprio vissuto.
E’ proprio questa “inerzia della tradizione” , per citare A. Eddington, ad escludere la coniugazione di pensieri paralleli e alternativi, essenziali per una visione distanziata delle cose.
In conclusione, considerato quanto “i comportamenti umani sono il risultato di forze che gli attori non controllano e non comprendono”, citando A. Giddens, questo soggetto esercita il pensiero a proprio svantaggio, in analogia col Dottor Piramidone (Corriere dei Piccoli – 1927), lo strampalato scienziato che inventa cose che gli procurano solo guai. Massimiliano Barbin Bertorelli