L’ “incanto”, inteso come naturale propensione ad una visione ottimistica e curiosa dell’esistenza, è, purtroppo, una fase effimera nell’essere umano.
Senza stridore di freni e in men che non si dica, scompare. Lasciando, al suo posto, il suo op-posto: il “dis-incanto”.
Malgrado tale individuale ed inesorabile scadimento, mai sarebbe il caso di pensare “tutto è falsità!”, per quanto male si possa pensare del proprio passato e per quanto di analogo si possa pensare del futuro.
Al limite, si potrebbe ragionevolmente argomentare sulla diffusione di un certo mimetismo strategico, che prevale sulla spontaneità e sovrasta la nostra intuizione, assunto come dominus anti-relazionale, infausto complice dello scollamento sociale in atto.
La premessa introduce una peculiarità, ben stilizzata dall’egoico ossessivo disinganno che connota questo tempo: l’idea mistificante dell’infingimento, intesa come forma di reazione (e di resa, sotto certi aspetti) alle multiformi aggressioni, più o meno percepite, alla realtà personale.
Per paradosso, a questo individuale e conviviale declino dell’ ”umanottero” (cit.A. Busi), mal si combina la difficoltà nel fare tesoro delle ordinarie esperienze. Egli, se mai, riesce a conquistare un equilibrio solo in conseguenza di esperienze traumatiche, erigendo tali indesiderati episodi a viatico per una più chiara, e temporanea, comprensione dei fatti e di sé.
Un declino facilmente riscontrabile, su cui l’uomo pare riflettere molto poco. E molto poco interrogarsi.
Così, mentre la collettività, come un insieme connesso, si esonera, in tal modo, da un tentativo di consapevolezza, a fronte della lacerazione emotiva del suo singolo componente, il fenomeno si limita ad essere oggetto di trattazione elitistica.
Detto fatto, per conclusiva coerenza, estrapolo alcune considerazioni da un’intervista, pubblicata su “Repubblica.it”, del sociologo Alain Touraine, in merito all’idea di “etica individuale”, in opposizione al sistema in auge.
In esse, molto sinteticamente, si definisce la necessità di “partire da una affermazione personale dell’individuo”, giacché “le intenzioni individuali si caricano di significati universali e divengono il principale agente di trasformazione sociale e democratico”.
Massimiliano Barbin Bertorelli