Il Nano Morgante. La curiosità dell’individuo non sempre traduce e fruttifica in termini di esperienza diretta.
Pur riconoscendo in tale curiosità un antico, prodigioso e progressivo stimolo cognitivo, non va trascurata la possibilità, citando G. Bateson e M. Buber, che l’esperienza non cresce, anzi si immiserisce, in presenza di abitudini.
E che dunque quando tale curiosità viene mal riversata, percorrendo solchi auto-replicativi, non alimenta la capacità di trarre dalle vicende un efficace insegnamento.
L’aspetto merita attenzione, tanto più dinanzi ad una vulgata che, al contrario, reputa e connota l’esperienza come un bagaglio in costante crescita con l’ automatico trascorrere del tempo personale e dell’età anagrafica.
Giacché nelle abitudini l’individuo mediamente ritrova conforto, aleggia sconsolante la visione di una platea umana che dedica rituale attenzione ad intrattenimenti mass-mediatici inconsistenti, a tal fine infruttiferi.
Trattasi, alla resa dei conti, di una platea abitudinaria, assuefatta ad insulsi resoconti d’attualità, nei fatti deprivata, ladrata di esperienza. E trattasi di una domestica esperienza che, non a caso, produce individui progressivamente addomesticati.
Lo stimolo cognitivo dell’individuo, non di rado, resta miseramente circoscritto all’ impersonificazione nella realtà professionale, in quanto tale infruttuoso dal punto di vista esperienziale.
Resta quindi impraticata ogni pretesa alternativa, nella misura in cui il dato pratico-osservabile non stenta a confermare l’ affermazione degli studiosi sopra citati.
Detto fatto, la sedativa influenza mass-mediatica prevede palinsesti saldamente legati all’ audience, poiché gli indici di ascolto sono l’unico parametro dimostrativo della performance.
Detto fatto, è improbabile che d’emblée la platea sedata si risvegli dal torpore e revochi finalmente a sé un’esperienza critica. Massimiliano Barbin Bertorelli