E’ probabile che l’imminente evento natalizio, rispetto a quello dello scorso anno, ci troverà ancor più addobbati di accessori modaioli, ancor più devoti al protocollo consumista, ancor più ansiosi di trovare e acquistare regali e ancor più insofferenti nel dover affrontare la folla ostile.
Tuttavia, a proposito di quel poco che resta della famiglia, l’ evento natalizio diventa, soprattutto per le vecchie generazioni, l’occasione decisiva per ricomporne i pezzi e riunirla intorno al desco imbandito, vuoi nell’ atmosfera domestica di un’ abitazione privata, vuoi nell’ atmosfera mondana di un ristorante.
Nondimeno, a prescindere dal dove si svolgerà, l’evento natalizio fin da subito rivela come si svolgerà: nell’insofferente inquietudine dell’ adulto-contemporaneo che tenta di fronteggiare la realtà quotidiana con surrogati econometrici e nell’ atmosfera sfidante-competitiva della famiglia allargata riunita, connotata di “quelle mezze ostilità” (cit. Mia Martini), risentimenti, malcelate invidie, verità non dette.
D’altro canto, a parte le feste santificate e codificate a totale beneficio della prole, la festosità adulta è una dimensione dell’essere inconciliabile con lo stato d’animo accigliato, prodotto garantito dall’ odierna dimensione materialistico-performativa.
Sia come sia, pur nella avvenuta trasmutazione da evento interiore ad evento esteriore, l’atmosfera del Natale conserva una quota della sua natura originaria, laddove sospinge l’individuo alla fatica di riflettere su se stesso e sul significato dell’esistenza, in netta antitesi con la modalità tutta apparenza della vita odierna.
Cosicché, mentre le luminarie e gli addobbi ci ricordano l’ evento e costituiscono lo spirito festoso del Natale, l’ info-sfera commercial-consumistica del mercato infuria con per-suadenti consigli per gli acquisti.
Concludendo, considerata l’ insofferenza da obbligo cerimoniale e da riunione familiare, considerata la fatica psico-fisica di affrontare la folla e di aggiudicarsi i prodotti sponsorizzati dal mercato, l’ evento natalizio è diventato un peso che rende l’individuo simile al mitologico Atlante che porta sulle spalle la volta celeste. Massimiliano Barbin Bertorelli