Premettendo la risposta di Samuel Beckett a chi gli fece notare il fallimento di una sua opera: “fallirò meglio la prossima volta”, sperimentare con gratitudine un insuccesso-oggi, come esperienza utile per un successo-domani, è l’ atteggiamento mentale della pratica sportiva agonistica.
Un atteggiamento consentito, non soltanto dall’esigenza di traguardare un risultato (atletico) il più vicino possibile al podio aureo, ma soprattutto dalla presenza di atleti giovani, inclini per anagrafe più all’ azione immediata, che alla pianific-azione attendista tipica degli adulti.
Non a caso, i giovani, grazie a questa temporanea accoglienza dell’ insuccesso, riescono a mettere insieme con facilità conoscenza & esperienza.
Non a caso, dal lato opposto, gli adulti rifiutano l’insuccesso in ogni sua forma e, dinanzi ad un scivolone fuori programma, reagiscono con vergogna, imbarazzo, aggressività, nella misura in cui capitombolare procura ilarità e critiche.
Nondimeno, in una società performativa, un successo, parimenti all’ insuccesso, non può passare inosservato.
Così, dinanzi ad un innocuo effetto scivolone, gli adulti devono, nell’eventualità, fuggire dal disagio da brutta figura: l’ effetto scivolone rappresenta un rischio da non correre, cui nessuno deve assistere, né riferire.
Pertanto, il motto di De Coubertin, “L’importante non è vincere ma partecipare”, è la consolazione-giustificazione del partecipante-perdente, nella misura in cui una partecipazione senza gloria è considerata una sconfitta.
Esteso alla vita quotidiana, l’ atteggiamento anti-sportivo, pre-occupato all’ idea del fallimento/insuccesso, applicato all’ evitamento del rischio scivolone, colloca obbligatoriamente l’individuo nella propria zona di confort.
A ribadire, è significativo che una società della performance, così smaniosa di padroneggiare, sia sostanzialmente costituita da adulti preoccupati all’idea di un rischio scivolone.
Quindi, se da un lato, gli adulti pre-tendono giovani eccellenti in ogni campo, dall’altro non pre-tendono per sé pari eccellenza, poiché de-limitano la vita in ambiti professionalmente e socialmente sicuri.
In soldoni, la paura da rischio scivolone è antitetica all’ idea di performance, poiché svilisce il significato del life long learning, inteso come apprendimento generale giornaliero. Massimiliano Barbin Bertorelli