Considerate le innumerevoli gravose allerte che ansiano la vita quotidiana, è possibile menzionarne anche un’ altra, non di poco conto: il quotidiano tenace tentativo di scarnificare l’ assetto costituzionale, laddove il titolo di Oswald Spengler, “Il tramonto dell’Occidente” (1919), lo si può parafrasare nell’attuale tramonto della democrazia.
Stante l’impertinente premessa, diventano giustificabili tutte quelle posizioni intellettuali, storicamente documentabili, che si sono dichiarate motivatamente ostiliai governi demo-cratici.
Infatti, osservando il modo del tempo presente e collocandolo in un range spazio-temporale medio-lungo, il demo, il popolo, l’entità fondativa della democrazia (quantomeno del suo etimo), non tarda a rivelare inettitudine nel ricoprire il ruolo costituzionale spettante.
In merito, considerato che “l’ambizione di ogni democrazia è passare da una vita subìta ad una vita desiderata” (cit. Pierre Manent) e che “il potere degli interessi economici unito al declino dell’educazione dei cittadini può dar vita a una miscela fatale per la democrazia rappresentativa” (cit. Norberto Bobbio), non resta che prendere atto di un popolo imbelle e di un criterio s-elettivo che giocoforza produce solo rappresentanze pu-pazzesche.
A memento di Clìstene (570 aC) autorevole fondatore della democrazia greca, tale discrasia apertamente rivela la circolare tossicità dell’ inadeguatezza di una rappresentanza elettiva e dell’ inettitudine di un popolo.
Pertanto, sfuggita la presa del timone demo-cratico, il contesto é riassumibile nell’ irriverente considerazione di Vittorio Alfieri (1790): “quando un governo, nel proporre leggi, le disfa, le infrange a piacimento o le delude con sicurezza d’impunità, la società in esso implicata é tirannica e il popolo che la permette è schiavo”.
In sostanza, l’attuale “democratura” (regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale – Dizionario Treccani Web) non è che il prodotto tipico di un popolo sovrano appisolato. Massimiliano Barbin Bertorelli