Ci vorrebbe un’interrogazione parlamentare (e un parlamento adatto ad accoglierla) per riferire e affrontare le tetre condizioni in cui opera l’odierna pubblica disinformazione.
La narrazione verte sull’ incongruenza di dare a certe notizie d’assalto ampia risonanza mediatica in fase di esordio e minimi accenni all’epilogo.
In specie, il clima emergenziale dall’avvio del Covid19 nel 2020, rincalzato via via, non è stato ad oggi completato da un pari battage istituzionale circa il netto ribasso del contagio. Ogni notizia in merito è attingibile in base alle poliedriche cronistorie giornalistiche.
Trattasi del modus di una Società consumista & medicalizzata che, quando non dispensa sorridenti consigli per gli acquisti, manifesta l’autorità con notizie afflitte, pessimistiche, ansiogene, emergenziali.
Al tempo presente, è raro avere cronistorie vere e complete, dall’inizio alla fine. Altrettanto raro è attendere messaggi ufficiali rassicuranti e a largo raggio (ad esempio sul rientro della pandemia).
Al massimo, qualche trafiletto editoriale a fondo pagina. Al massimo, nel caso di specie, accigliati inviti, stile famiglia Addams, a non abbassare (più) la guardia.
Sarebbe bello arginare questo tetro e non casuale flusso dis-informativo istituzionale che opera in barba ad ogni proclama di trasparenza e di benessere civico.
In tale contesto, é automatico profetare (almeno con questo governo) un perenne allarme Covid ri-animato con i soliti catechismi sull’imminenza di nuovi rischi pandemici: a memento del “senza la mia paura non mi fido” di una canzone di Fabrizio De André.
Con evidenza, i segni di tale dis-informazione mediatica, sempre ansiogeni & allarmistici (vedi gli allerta-meteo in cui pioggia diventa sinonimo di bomba d’acqua), approdano a finalità estranee al benessere della comunità che, per inesorabile legge di mercato, é destinataria di allerte permanenti, sciagure, avversità, cui statisticamente soggiace catechizzata.
Un destino deducibile anche dall’ ordinario modo ante-Covid, in cui ogni sentimento ottimistico smotta parimenti nell’ ingenuità o nell’ incompetenza. Ne consegue un sistema fobocratico che compone il proprio palinsesto con in-trattenimenti e in-formazioni dal funereo appeal.
Riecheggia, per ironia, la rima di Aldo Palazzeschi: “il divertimento gli costerà caro, lo prenderanno per somaro”. Massimiliano Barbin Bertorelli