Sotto molti aspetti, l’Amicizia è sostanzialmente assimilabile all’Amore, nella misura in cui implica un costante e quotidiano impiego di energie affettive.
Per estenderne il concetto, “l’amicizia è uguaglianza”, attingendo alle aritmetiche logiche della Grecia pitagorica. Niente di peggio, quindi, che aggiornarne la traduzione dedicandole un sentimento volubile, alterno, asimmetrico: prima, connotato da frequenti ed euforiche istanze; poi, da sporadiche e distratte attenzioni.
E’ fondamentale che tale manifestazione sia caratterizzata da continuità (dote identificativa in sé) e da spontaneità. E che sia anche caratterizzata da un corrispondente grado di sensibilità tra le parti, in modo che, similmente al sentimento dell’Amore, una non insegua l’altra, né subisca protratte interruzioni di flusso, in nome di umbratili assenze ed irrivelabili occorrenze.
Ed anche se ad alcuni il sentimento dell’Amicizia può apparire sospettabile ed artificiale ed anche, per consuetudine educativa, subalterno ed accessorio all’Amore, la sua collocazione merita un ex aequo sul podio.
Ogni problema, per antonomasia, ha una soluzione ed in essa converge la dis-soluzione delle pregresse incognite. Cosicché, dopo aver sperimentato e trovato la soluzione semantica, è naturale chiedersi perché ci sia voluto così tanto tempo per trovarla, avendola avuta sempre disponibile agli occhi.
Una soluzione integrativa, cui dedicare menzione, è quella che porta in dote la Szymborska, quando afferma che “spesso mi abbandona la certezza che ciò che è importante sia più importante di ciò che non lo è”.
In sintesi conclusiva, nel mutevole manifestarsi e susseguirsi dei singoli avvenimenti, l’Amicizia, irrinunciabile categoria sentimentale, non può, per sua caratura, presentare frequenti deflessioni e/o perduranti assenze. Al contrario, deve misurare, secondo proprie e distinte modalità, reciproca e solida presenza.
Massimiliano Barbin Bertorelli