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Il Nano Morgante | La pesca senza esca

Il Nano Morgante | La pesca senza esca
Il Nano Morgante | La pesca senza esca

E’ possibile inquadernare i rapporti umani, fino a riconoscerne le similitudini tra tipologie & contesti.

La stesura di un tal bignami comparativo risulta efficace all’ uso quotidiano e aiuta a comprendere e a prevedere certa logica replicativa  inscritta nelle dinamiche relazionali.

A tal proposito, una casuale e breve attenzione all’esercizio dilettantesco dello sportdella pesca  fa già capire che il buon esito dell’esercizio non può trascurare di cambiare il tipo di esca, a seconda del tipo di preda.

L’adescamento, per andare a buon fine, deve quindi preventivamente riconoscere e  classificare caratteristiche, gusti, debolezze dei tipi di preda cui si rivolge.

Estendendo il concetto  alla vita urbanizzata di tutti i giorni, è tracciabile una teorica tangenza  con le molte circostanze  in cui l’individuo da preteso predatore diventa facile preda, da implacabile consumatore volgare merce.

Un passaggio-di-stato da soggetto ad oggetto che avvicenda e inverte i rapporti di forza, a loro volta strettamente connessi alla tipologia e alla quota dei bisogni individuali.

Senza scomodare l’immaginazione, non è raro ritrovare analoghi  tentativi di adescamento nei contesti lavorativi, come pure in quelli affettivo-familiari.

Tra le ampie casistiche e i possibili presupposti, una divorante ambizione, il tentativo di controllare gli eventi, il volersi sentire utile agli altri, sono sentimenti che, nella loro diversità,  possono predisporre l’individuo ad una inconsapevole subalternità nei confronti del contesto.

All’insegna dell’ hobbesiano homo homini lupus, non tardano a subire effetti predaci la credulità, l’ingenuità, la bontà d’animo, un qualsivoglia stato di temporanea necessità.

Ad ulteriore esempio, l’ indole generosa, in sé encomiabile, può costituire in  taluni contesti un elemento di debolezza e aggredibilità,  visto che l’individuo, ancor prima  di essere preda di altri,  é preda di se stesso.

Ancora, il richiamo alla reputazione, il senso del dovere, la brama di riconoscibilità sociale  possono spiegabilmente diventare fattori predisponenti ad una forma di vulnerabilità.

Per altro verso, l’attuale difficoltà occupazionale del mercato, accentuata dai duraturi effetti della pandemia in corso, rende inermi e facilmente aggredibili dal contesto gli individui soggiacenti a tali urgenze.

In presenza della fragile casistica umana, un amo semplice, privo di esca e posto in bella vista, riprendendo la metafora del pescatore, può ben apparire come una generosa offerta,  come un’occasione irripetibile.

In conclusione, l’uomo abbocca all’amo come un pesce. Ma, diversamente dal pesce, ahimé, tende ad abboccare anche con un’ esca immaginaria. Massimiliano Barbin Bertorelli