Le parole, purtroppo, non producono fatti, né effetti concreti, confrontabili e misurabili: costituiscono solo l’ impalcatura di un agire teorico, il cui destinatario tipo evoca l’immagine desolata di un individuo che aspetta il treno in una stazione dismessa.
Similmente, la politica degli interessi collettivi si esercita coi limiti della retorica parolaia ed evocativa, costantemente arretrata rispetto al prevalere della politica degli interessi spiccioli.
Per definire la questione con altre parole, l’ attenzione pratica dedicata ad un’ economia elitaria si specchia nell’attenzione verbosamente retorica per un’ economia collettiva.
Deduttivamente, tale questione rivela un individuo che, nella propria quotidianità sociale, non si identifica con l’insieme di cui è parte, frapponendovi sempre più distanza. Non a caso, diviene mastodontica la distanza tra la realtà ordinaria di chi si barcamena nel trovare e conservare il proprio posto di lavoro & la realtà extra-ordinaria di chi, per qualsivoglia rendita di posizione, fa finta di tentarne un rimedio.
L’attuale estraniamento civico dalla politica, l’ arroccamento difensivo nei confronti del prossimo quale anonimo contendente, in sé e per sé non riescono ad esprimere una adeguata risposta allo squilibrio.
I fatti paiono ben poco orientati a coesione e inclusione: in verità, paiono crogiolarsi tra divisioni e contrapposizioni di opposto tenore rispetto all’affermazione di A. Gehlen: “l’istanza fondamentale dell’uomo é la solidarietà sociale”.
Pur tuttavia, certa politica, paladina della sicurezza, del tecno-green e del conseguente ben-essere, colleziona disunità e disuguaglianza.
In specie, dinanzi ad un clima allertista-sicuritario, in qualche misura garante della preservazione dei privilegi elitari, certa politica esporta la soluzione, popolarmente adottata, del modello di vita bunkerizzato.
In sintesi, l’abilità retorica del capitalismo consumistico ha distratto la platea fino a disinnescare ogni insorgenza civica, laddove riecheggia, opportunamente parafrasata, la provocazione di Voltaire: “non esiste alcun interesse per il ben-essere collettivo, ma non diciamolo alla popolazione, altrimenti ci lincia per strada”. Massimiliano Barbin Bertorelli