Il fatto, innegabilmente onomastico, che il cognome della mia nonna ferrarese fosse “Pazzi”, ad una visione tendenziosa dei fatti, potrebbe deporre a sfavore della discendenza. E mio, in particolare.
Nondimeno, a parità di assunto, con un approccio più meditato e paziente, meno affrettato e prevenuto, l’eventualità di attingere ad un elemento “anomalo”, rispetto ad uno “ordinario”, può rivelarsi un fattore emotivo vantaggioso.
Stante l’ironia autobiografica, si sa che il requisito della ereditarietà non sempre sussiste con scientifico rigore. Esso resta, nel tempo, un dato equivocato, spesso disatteso.
Sia come sia, dobbiamo considerare che il pensarsi in un certo modo, in specie, diversamente da ciò che effettivamente si é, è un’ azione piuttosto consueta, laddove manifesta una dichiarazione in meius del titolare.
D’altronde, il concetto appena espresso lo si può integrare con la provocatoria citazione di R.Musil: “quando si ha fama d’esser Napoleone, si vincono anche le battaglie perse”.
Di fatto, in talune circostanze le persone si auto-pre-muniscono di virtù, quali intelligenza, perspicacia ed anche stravaganza, nella misura in cui tali dotazioni paiono riferirsi ad un’idea di storia familiare.
Ciò può giustificarsi a fronte di una Società in perenne e disperata ricerca di senso, dove “normalità” e “conformismo”, malgrado tutto, divengono caratteristiche da miscelare con altre più “alternative”.
Giustappunto, una adombrata ed innocua condizione di “pazzia” familiare predilige e predispone, per luogo comune, ad ambiti più esuberanti e comunque meno ortodossi: in quanto tali, distanti e distinti da una certa assenza di creatività.
Pertanto, tra autoinganni ed anticonformismi-di-facciata, in qualche misura collegati ad istanze “modaiole”, la vita urbanizzata procede nel suo (in)essenziale mimetismo, assegnando individualmente quote di onori ed oneri, interpretando a comodo piacimento le varie vicissitudini.
Scomodando il “larvatus prodeo” cartesiano, tracciare di sé una discendenza familiare irrituale diventa ennesimo elemento di differenziazione.
Appellandoci così ad una tradizione “custodia del fuoco, non adorazione della cenere” (cit.Mahler), l’attuale misura intende esportare un’idea extra-ordinaria di sé: anche appigliandosi, extrema ratio, all’anagrafe familiare.
Massimiliano Barbin Bertorelli