Con evidenza, l’ “esperienza” è un dato scollegato all’età anagrafica, disfunzionale al tempo indivuale. E’ un dato non compreso nell’addizione qualitativa riferita al singolo individuo.
Queste sintetiche e irriverenti considerazioni suggeriscono, potendone saggiare giornalmente gli effetti, di innovare le usuali dinamiche relazionali, adottando, ad urgente rimedio, il metodo utilizzato nell’atletismo sportivo. Metodo secondo cui, per migliorare, occorre gareggiare con uno più bravo.
Il concetto, adattato al contesto quotidiano, intende procedere da tale approccio, derivandone un costante e quotidiano confronto dialogico con interlocutori di sufficiente qualità, affinché la frequentazione possa tendere ad un’idea novativa del pensiero.
All’opposto, lo scadimento relazionale, la dequalificazione del dialogo cui giornalmente ci si inclina, esplica giocoforza una “reformatio in peius” del processo in corso.
Come anzidetto, stante l’attuale increscioso trend, l’esperienza individuale, anziché accrescere con l’età, depaupera e si disperde nei mille rivoli della parvenza.
Il metodo di trovare diletto nel dialogo è opportuno che transiti attraverso la volontà di una sana e curiosa aspirazione al miglioramento.
D’altronde, nella misura in cui riversiamo imponenti energie nel preoccuparci di ricavare vantaggi economici e materiali da qualsivoglia situazione, a maggior ragione si comprenda l’esigenza di trarre giovamento dall’uso del tempo quotidiano, il bene più essenziale e più prezioso in nostro possesso.
Una “riforma”, del tempo individuale e dell’iter esperienziale, atta a sostentare e, finalmente, elevare il nostro immiserito e vilipeso spirito.
Massimiliano Barbin Bertorelli