Anche il semplice superamento di una scala, quando consente l’accesso a casa propria, ad un luogo familiare, già in sé corrisponde ad una performance grandiosa, ad un successo personale.
L’ermetica premessa trae spunto da “Il pappagallo di Mahler”, testo dello scrittore svedese Torgny Lindgren, in cui si descrive, tra l’altro, con sottile e puntuale indagine psicologica, il travagliato quotidiano successo di un anziano uomo claudicante che, per raggiungere il proprio appartamento, deve faticosamente arrancare su numerosi piani di scale.
Conduco pertanto la corrente riflessione alla contemporanea traballante concezione del successo, nella misura in cui viene primariamente sottoposto al vaglio sociale del potere e del denaro.
Non è mai peregrino pensare che il successo possa anche, soprattutto, riguardare l’ ottenimento di cose date per scontate, ma che invece, nell’assegnata sminuizione d’importanza, sostanziano esiti gratificanti ben più di quelle convenzionali.
In termini di percorso, vista l’inopportunità di guardare solo in alto o solo in basso e ipotizzando che esista un meglio rispetto al bene, è preferibile adottare una prospezione panoramica ad altezza-occhi, dinanzi alla costante insidia dei luoghi comuni.
Un’opportunità in più per non trascurare obiettivi che, lungi dall’essere ripiego e accontentamento, compongono l’insieme valoroso del nostro vivere; altresì, utile per accantonarne altri, alla lunga meno soddisfacenti e meno necessari di quanto si era proiettati a pensare.
Nonostante l’ ordinaria sovraesposizione a temperie emotive e sensoriali, angariati da un pletora di bisogni suggeriti da una società colonizzata da valori mercantili, è saggio ampliare il canonico recinto in cui conteggiamo le prevedibili forme di successo, anche in relazione ai pretesi traguardi.
In conclusione, considerato che certi “bisogni sociali, quando soddisfatti, si ripresentano sempre più ambiziosi” (cit. Abraham Maslow), l’insidia celata nel comune significato di “successo” dovrebbe essere resa evidente mediante avviso pubblico: similmente a come si informa la comunità dei potenziali rischi connessi all’uso del tabacco, lasciando tuttavia al singolo ogni decisione in merito. Massimiliano Barbin Bertorelli