Accenno, in estrema sintesi, alle dinamiche che possono conseguire ad un rapporto sentimentale bruscamente interrotto. In specie, alla “condizione di rimpianto” di chi ha subìto l’abbandono.
Slalomando tra varie implicazioni, il sentimento di rimpianto verso una persona (o meglio, verso il “progetto di vita” insito ed inscritto nel legame affettivo) meriterebbe, per avere una traccia di ragione, un rinnovamento al tempo presente di un comportamento atteso.
Attivando, ad esempio, un trial comparativo esentato dal coinvolgimento (croce e delizia del sentimento), un semplice comportamento positivo ed inaspettato costituirebbe elemento sufficiente a fondare l’idea del “rimpianto”. Ad alimentare quell’inesorabile ed immotivato senso di afflitta responsabilità dinanzi al riaffioramento del passato ed al naufragio del presente.
Tuttavia, visto che “é più raro vedere che aver visto”, accantonata per un attimo l’idealità che accompagna il sentimento, si srotola dinanzi, a tratti, la pellicola dell’incorso esito.
Per questo motivo, nella difficoltà di archiviare l’esperienza, avvaloriamo il pensiero di affliggerci nel supplizio di una sorte in apparenza avversa.
La possibilità infatti che il nostro (ex) interlocutore sentimentale ri-proponga le proprie cupe credenziali non è solo un dato considerabile, è certezza.
Tale immodificabilità delle parti (e dei presupposti del disaccordo) reprime l’idea di imputarsi la totale responsabilità dell’abbandono.
L’assegnazione ad angolo giro di colpe, ingiustificate ed ultimative, alberga insidiosa nell’essere umano, traendo dalla singola circostanza impietosi ed instabili presupposti di felicità.
In tale economia affettiva, va rimosso ogni eventuale dubbio circa l’idea (dal greco, vedere) che un nostro diverso agire avrebbe preservato il “bene” e ne avrebbe mostrato la (invisibile) preziosità.
Sotto tale aspetto, il rimpianto tende statisticamente ad inutile afflizione, da contrastare con fermezza.
La fisio-logica insistenza del dubbio sull’accaduto e sull’eventuale desiderio di recuperarne le sorti, vista a posteriori, non tarderà a farne scorgere l’ irragionevolezza.
Massimiliano Barbin Bertorelli