Il “demone di Maxwell”, per approssimazione descrittiva, è quell’esperimento ideato per scardinare i presupposti di un principio scientifico, all’apparenza incontrovertibili.
Analogamente, applicare tale tipo di esperimento potrebbe rivelarsi utile per sabotare talune granitiche consuetudini che transitano nelle dinamiche sociali. In specie, per disinnescare l’idea di classificare gli individui secondo parametri formali, assumendo, ad esempio, il dato anagrafico dell’età come parametro comparativo.
Per rendere in metafora l’immagine di tale giustapposizione, è come se ai rispettivi motori di due veicoli, di pari anno di immatricolazione, volessimo attribuire un pari stato di efficienza.
Su questo tracciato colloco il provocatorio paragone tra automobile e individuo, azzardando una corrispondenza data di immatricolazione/età anagrafica & chilometri percorsi/affaticamento psicofisico.
La logica si fonda nel considerare mezzi i suddetti termini di paragone, veicolare e umano. E, in quanto mezzi, considerarli entrambi sottoposti ad usura.
In tale circostanza, la data (di immatricolazione o di nascita) in sé e per sé risulta inadeguata a stabilire le effettive condizioni dei mezzi, poiché la loro usura, pur collegabile al tempo, è massivamente identificata dall’affaticamento del motore dell’automobile e dall’affaticamento psico-fisico dell’uomo.
Il paragone contempla soprattutto un livello di usura umana dipendente dall’incidenza dal tratto caratteriale, nella misura in cui determina le modalità d’ espressione della singola esistenza.
Tale tratto, esplicando il concetto, interviene rendendo il tragitto più o meno disagevole, in combinazione diretta con l’affermazione di J.S. Lec “il peso dei problemi va calcolato al lordo, noi compresi”.
L’aura caratteriale ha la potenzialità di costituirsi vantaggio o svantaggio proprio in termini di modalità. E di misurare, caso per caso, il grado di funzionamento personale, similmente alla lettura del chilometraggio per il funzionamento veicolare.
L’anagrafe, in questo senso, resta un indicatore parziale, laddove il dato caratteriale pre-determina l’usura di un individuo, al punto da poterne rappresentare graficamente l’ andamento.
In conclusiva sintesi, è possibile misurare la variabile di usura (quindi la vera età) di un individuo semplicemente osservando le modalità con cui agisce e re-agisce nelle circostanze quotidiane. Massimiliano Barbin Bertorelli