Parto da due dati certi: l’ innata convinzione del genitore di essere infallibile nell’educare la prole e l’inattitudine a capire quando tale convinzione è fallace.
In altri termini, una visione soggettiva e ravvicinata, come quella di ciascun genitore sul proprio operato educativo, non permette materialmente di riconoscere difetti.
Un operato educativo suscitato, in parte da aspetti psicologici legati all’attuale avanzata età genitoriale, in parte da una mercificazione consumistica che invade e pervade l’esistenza adulta di inestinguibili bisogni. Per proprietà transitiva, da ciò facilmente rischia di sortire una prole inetta, il cui benessere emotivo è costantemente fluttuante, preda di fattori sociali esterni.
A ribadire il concetto, dinanzi al prevedibile ogni scarrafone è bello a mamma sua e a genitori non-plus-ultra, non deve sorprendere l’irriverente suggerimento, attinto da metodi pedagogici dell’Africa, di esternalizzare l’educazione della prole, affidandola ad un organismo collettivo.
In effetti, un organismo educativo collettivo, considerata la realtà familiare omologata nelle pretese e nelle attese, potrebbe evitare danni educativi da parte di genitori dis-ambientati adultescenti.
Ovviamente, un tale realtà genitoriale cala pesantemente su una prole già dalla nascita destinata e condizionata a traguardi capitalistici eccellenti.
A ben osservare, la sovrabbondanza materiale come riparo dalle quotidiane difficoltà raramente produce vantaggio alla prole, laddove tale proposito adulto consta del tragico equivoco di pensare alla sovrabbondanza come elemento di felicità duratura.
Semplificando la questione, una realtà familiare, in specie animata da profitto educativo, giocoforza si auto-relega in un umore da performance, per sua natura volubile.
Peraltro, la spinta all’eccellenza, col sottaciuto intento di smorzare nei figli ogni eventuale slancio ideale alternativo, conferma la “disgrazia del genitore di avere un figlio che vuole fare il poeta”, citando J. Locke.
Concludendo, allo stato attuale, dinanzi ad una eccellente educazione, l’unico rimedio (per la prole) é la ribellione. Massimiliano Barbin Bertorelli