Il possesso del potere, inteso in termini di esercizio, è convenzionalmente riferito, a vario titolo e con differenti modalità, a specifiche categorie sociali: in primis, alle Istituzioni pubbliche in relazione alle spettanti funzioni di controllo; in secundis, a coloro che possiedono un potente status socio-economico.
Tali esemplificate categorie sono per consuetudine abilitate ad esercitare forme di potere, diversamente dal comune cittadino che ne è dis-abilitato.
Riflettendo sulla questione, esiste tuttavia una forma di potere agente quotidiano, irrituale tanto quanto irriconosciuta, di cui ciascuno avrebbe il possesso, a prescindere dai pre-requisiti economico-istituzionali.
In proposito, è significativa l’affermazione di E. Cioran, “ogni desiderio domato rende potenti”, concetto che già conteggia l’esistenza di una significativa espressione di potere: trattasi della capacità di re-agire dinanzi alla propria consapevole vulnerabilità e di domare la pressione dei desideri dinanzi all’ addomesticamento commerciale mediatico.
In teoria, dunque, ogni individuo è dotato di tale potere agente che, sebbene inattivato, aleggia embrionalmente già nell’atto in cui comparisce un pensiero autonomo e si s-catena nell’atto che lo conduce all’azione.
Sia come sia, l’atteggiamento consueto dell’individuo dichiara esplicitamente un non-posso-potere, quale esito di una consapevole autonegazione all’ esercizio.
Nondimeno, se collocato e applicato in un contesto lavorativo, questo potere di comportamento riesce a sanamente affrontare e definire le dinamiche relazionali, non escluse quelle di natura gerarchica.
Similmente, se collocato e applicato in un contesto domestico-privato, esso già manifesta effetti pro-attivi in presenza di una volontà spontaneamente incline alla disamina critica delle circostanze e del comportamento re-attivo individuale.
Cosicché, tra la teoria dell’esercizio del potere nei confronti degli altri e quella del potere nei confronti di se stesso, l’individuo resta intrappolato nelle sabbie mobili del non-posso-potere.
In sintesi conclusiva, a patto di autorizzarsene l’uso e salvo circostanze limite, “ogni individuo ha la sovranità sul proprio presente” (cit. G. Bataille). Massimiliano Barbin Bertorelli