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Il Nano Morgante | Povero popolo

L.O.V.E. dell'artista Maurizio Cattelan. L'opera si trova a piazza degli Affari a Milano. Il nome è un acronimo di «libertà, odio, vendetta, eternità»

La confusione nel nostro BelPaese resta un dato autobiografico. Pervade ogni angolo di strada, alimentata dal proliferare di continui allarmismi a calare su un clima civico già da tempo compromesso da una percezione di insicurezza, perturbato dal malessere.

Tutte tensioni che in qualche modo ci separano gli uni dagli altri, per nulla contrastate da iniziative istituzionali volte alla pacificazione degli animi. Anzi, fino a rendere profetico il testo di Franco Battiato, “Povera Patria”.

A tale proposito, resta un mero enunciato l’ambizione intellettiva di ricercare la verità nel fitto intrico di verità contrastanti e contrapposte,  visto che questa ricerca é, con buona frequenza, una ricerca teleguidata.

Alla resa dei conti, l’odierno clima non è  per nulla confortato da un veridico approfondimento dei fatti e delle circostanze, limitato dall’utilizzo sclerotizzato di fonti informative unilaterali.

Per estensione del concetto, tanto Ippocrate sosteneva che lo stile di vita ateniese generava forza fisica e mentale,  così possiamo affermare che lo stile viziato e allarmistico di certa comunicazione scientifica istituzionalizzata genera  l’ individuo contemporaneo.

Soprassedendo dalla severa considerazione di Piero Gobetti  “Gli italiani hanno l’animo di schiavi”, la natura umana di per sé  tende a forme gregarie di pensiero e alla necessità di sottostare ad un comando, a prescindere dalla caratura dell’autorità e dall’ oggetto dell’imposizione.

“Povera Patria”, riprendendo Franco Battiato. E  “Povero Popolo” che cede lo scettro della sovranità, malgrado la corrente gestione del contagio palesi, giorno dopo giorno, nel suo inconoscibile mistero, azioni istituzionali tanto tenaci quanto inconcludenti. E malgrado si assista alla (riuscita) tattica governativa della contrapposizione sociale quale mezzo per gracilizzare la popolazione, salvo prometterne a parole il benessere.

Una ennesima occasione mancata in cui la ricerca della verità arretra dinanzi a disposizioni superiori, a riesumare l’attualità del concetto di M. McLuhan  secondo cui “ogni medium inebetisce l’utente”.

Non a caso, una platea inebetita  rappresenta il referente ideale di ogni autorità. A dimostrare la comodità di preferire spettatori più intorpiditi  che svegli. Massimiliano Barbin Bertorelli