Nano Morgante. Quando & se il sentimento individuale riuscisse a divincolarsi, a de-coinvolgersi, a depurarsi dalle spire ragionieristiche del mercato, in pari momento riprenderebbe una posizione aderente, asintotica al luogo emotivo originario.
L’ ermetico preambolo tenta di ri-flettere la prassi umorale atonica dell’adulto incivilito, non tanto nei confronti dell’euforia restituitiva degli antichi Saturnalia, quanto nei confronti di una consuetudine sociale che ha mummificato l’umore.
Come che sia, il prevalere di tale sentiment conduce l’ individuo al felice inebetimento che procura un utilizzo immatricolato della ragione.
“Né con te né senza di te”, scomodando Ovidio, tratteggia l’alterna e dilemmatica condizione umana dinanzi all’inattualità interiore del sentimento, definitivamente corrotto dai più seducenti conteggi econometrici.
L’ estraneità ad una condizione trascendente scatena, imprime l’immanenza di un “assoggettamento dell’io agli imperativi consumistici”, parafrasando L. Althusser.
Detto fatto, la dirompenza del pensiero calcolante, mentre inibisce ogni agire affettivo, nutre l’urgenza sterile di rimediare alla generale percezione del rischio trovando rifugio sotto una coltre di pseudo-rassicurazioni.
L’ aspirazione senechiana di sentirsi parte di un tutto, di una genuina relazione di comunanza, è zero frequentata come rimedio ai tentacoli della diffidenza individualista e della lotta quotidiana per il possesso.
La vera lotta dei giorni di sempre è con noi stessi, fino ad accordare favore alle istanze estranee capendone la corrispondenza in termini di bene-ferenza.
Passare dal luogo comune, dici amici e poi ti rubano la bici, allo scarto sublime e decisivo del tutti contenti me compreso, segna il ritorno in avanti di un accanto che diventa insieme e non diventa contro, concludendo con M. Buber. Massimiliano Barbin Bertorelli