Il Nano Morgante. Quando un abuso inciampa nello scalino della Giustizia e nella conseguente diffusione mediatica, inesorabilmente dissotterra e pubblicizza una collateralità di interessi privati, sopraffazioni, soprusi fino a quel momento celati al mondo in nome della rispettabilità e intoccabilità di cui godeva il colpevole.
Così, a seguito dell’ esposizione mediatica dei fatti, la storia e soprattutto le foto del colpevole vengono date in pasto alla platea: la qual cosa può talvolta suscitare il richiamo alla screditata teoria Lombrosiana riconoscendo già dalla fisionomia del soggetto certe inquietanti caratteristiche.
In nome di tale evidenza estetica, contrappesata da certa provinciale soggezione delle onorificenze altrui, è degno di nota quanto certi tratti comportamentali (ad esempio, l’arroganza e la presunzione), pur non costituendo abuso, sono mediamente distintivi di chi detiene un qualsivoglia potere.
In altre parole, insiste un modo di relazionarsi che accomuna tutti coloro che inconfessabilmente vogliono padroneggiare, laddove l’idea sottopelle di prevaricare i subalterni e/o di approfittare anche lecitamente delle altrui debolezze è tipicamente umana.
Tralasciando le vie giudiziarie e l’attitudine post-investigativa di taluni talk show televisivi, l’abuso di potere può ben celarsi, come si nota, anche dietro attività insospettabili & stimati individui.
D’altro canto, é un demonico automatismo, tipicamente commerciale, quello che attrae reciprocamente una posizione di debolezza e una posizione di forza, vista la presunta possibilità di quest’ultima ad esaudire bisogni.
Ribadendo il concetto dell’abuso di potere, trattasi perlopiù di un reato ridossato, che traduce il “potere quale possibilità di esercitare la propria volontà sugli altri”, citando M. Weber.
Salvi i (pochi) casi smascherati dalla Giustizia, gli abusi di piccolo cabotaggio restano ahimé una dinamica molto frequentata.
In verità, la prassi commerciale implica e sollecita il legame tra offerta e domanda, nella misura in cui la natura del potere é sempre teoricamente offertiva.
E visto che ogni livello ambizioso-desiderante, in quanto tale, ha necessità di ascendere, l’ ascensore del potere è il mezzo ideale, pur col rischio di precipitare e di trascinare con sé altri (a differenza dell’Icaro del dipinto di Peter Bruegel il Vecchio, che precipita da solo).
In sintesi, parafrasando J. Burckhardt, “l’uso del potere ha sempre in sé l’idea dell’abuso”. Massimiliano Barbin Bertorelli