Enzo Barnabà ha illustrato la storia di un preciso luogo di confine attraverso aneddoti, documenti storici, racconti e anche testimonianze dirette
Un altro seguitissimo incontro, ieri, a San Bartolomeo al Mare, per “il tea con l’autore”, la rassegna che invita il pubblico a un piacevole momento di confronto con gli autori della nostra terra. Enzo Barnaba ha descritto un itinerario più che mai interessante: presentando il libro “Il Passo della Morte”, Barnabà ha illustrato la storia di un preciso luogo di confine attraverso aneddoti, documenti storici, racconti e anche testimonianze dirette, raccolte dall’autore in anni di vita vissuta tra Italia e Francia. Di origine siciliana, il professor Barnabà ha vissuto a lungo anche all’estero, scegliendo la frazione Grimaldi come luogo in cui stabilirsi. La sua è una prospettiva più che mai suggestiva, grazie alla quale – abitando a due passi dalla Francia – ha avuto modo di descrivere la storia di un confine non solo territoriale. L’incontro de “il tea con l’autore” ha dato modo anche al pubblico di confrontarsi su quelli che possono essere i confini mentali delle diverse culture e il loro avvicinarsi, in un luogo quanto mai significativo.
Il prossimo appuntamento con Il “tea con l’autore”, da 12 anni l’appuntamento con gli scrittori della nostra terra, è in programma giovedì 5 marzo. Ivana Ruscigni presenterà il libro “C’è un tempo perfetto”.
Anche per questa 12ma edizione, il programma è interessante e intenso, sette incontri appassionanti, dal 30 gennaio al 23 aprile, realizzati in collaborazione con la Libreria Ragazzi di Imperia, presentati dalla giornalista e blogger Damiana Biga:
Giovedì 30 gennaio Marino Magliani, Barbara Panelli, Gabriele Decanis “La Liguria brucia” (Lo Studiolo edizioni).
Giovedì 6 febbraio Danila Allaria e Ivano Ferrando, con Daniela Gandolfi “Il mondo di Bicknell” PAROLE NUOVE 2020 (Ist. Studi Liguri).
Giovedì 20 febbraio Enzo Barnabà e Viviana Trentin “Il passo della morte” (Infinito Edizioni).
Giovedì 5 marzo Ivana Ruscigni “C’è un tempo perfetto”.
Giovedì 19 marzo Franco Borgogno “Un mare di plastica” (Nutrimenti).
Giovedì 2 aprile Alessandra Chiappori “Torino di carta” (il Palindromo).
Giovedì 23 aprile Donatella Alfonso, Laura Amoretti e Raffaella Ranise “Destinazione Ravensbruck. L’orrore e la bellezza nel lager” (All Around).
Marino Magliani, Barbara Panelli, Gabriele Decanis.
Marino Magliani, ligure, vive in Olanda, è autore di romanzi, raccolte di racconti, sceneggiature. Cura collane, traduce, e i suoi lavori sono tradotti in alcune lingue. Il suo ultimo romanzo è “Prima che te lo dicano altri” (Chiarelettere).
Torinese di nascita, imperiese d’adozione, Barbara Panelli, scrittrice molto attenta al panorama socio-politico internazionale, esprime con passione e lucidità la propria analisi del mondo, passando agevolmente dalla poesia alla prosa giornalistica. Da cinque anni pubblica sul blog “unfilorossoideesulmondo” e, saltuariamente, sul portale giornalistico francese Mediapart. Attualmente sta lavorando a un romanzo storico.
Gabriele Decanis vive da sempre a Lavina, nell’entroterra di Imperia. Laureato a Pavia in biologia, è stato alunno del glorioso Collegio Fratelli Cairoli. E’ professore di matematica e scienze, pescatore a mosca, cultore dei Pink Floyd e di Hemingway. Il suo racconto “Il lupo della memoria” ha vinto il terzo premio allla XVI edizione del concorso nazionale “La tua montagna, le tue emozioni” sezione narrativa (Ostana, CN, 2015).
“La Liguria brucia” è una raccolta di quattro racconti da altrettanti autori coordinati dallo scrittore Marino Magliani, responsabile della collana “Diversificando” de Lo Studiolo edizioni. Il libro tocca, attraverso la lente della narrativa e, talvolta, della fantasia, il sempre attuale problema dei danni al patrimonio boschivo, causato dagli incendi che spesso devastano il nostro entroterra. Oltre al curatore del volume, interverranno Barbara Panelli e Gabriele Decanis.
Danila Allaria e Ivano Ferrando. Daniela Gandolfi.
Danila Allaria e Ivano Ferrando, lei biologa e insegnante di Scienze, lui impiegato dello Stato, coniugi con numerosi interessi in comune, specialmente la montagna e le escursioni in Val Roia, cui hanno dedicato nel 1983 una guida nella collana Centosentieri de L’Arciere di Cuneo (attualmente in riedizione): saranno loro i protagonisti dell’appuntamento di quest’anno con “Parole Nuove”, una finestra spalancata su realtà non necessariamente provenienti dai generi letterari più comuni. In questa edizione saranno le immagini a descrivere la nostra terra, sapientemente guidate dagli autori che le hanno sapute cogliere e raccontare. Insieme a loro Daniela Gandolfi, Cavaliere al Merito della Repubblica, direttore del Museo Civico Archeologico del Palazzo del Parco di Diano Marina, Ispettore Onorario per l’archeologia della provincia di Imperia, Conservatore del Museo Civico Archeologico “Girolamo Rossi” di Ventimiglia, funzionario archeologo dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera: insieme parleranno de “Il mondo di Bicknell nella Valle delle Meraviglie (incisioni rupestri, flora, fauna e paesaggi). Clarence Bicknell fu sicuramente il più poliedrico inglese che frequentò Bordighera tra l’Otto e il Novecento. Nato nel 1842 in una famiglia agiata, conseguì nel 1865 la laurea in matematica e nel 1873 il Master of Arts. Nel terz’ultimo decennio del XIX secolo divenne Pastore della Chiesa d’Inghilterra, ma dopo tredici anni vissuti nella comunità religiosa di Stoke on Terne, a seguito di un periodo di crisi spirituale, si dedicò, come molti inglesi dell’epoca, ai viaggi e allo studio. Nel 1878, su invito della famiglia del reverendo Charles Fanshawe, giunse a Bordighera, per officiare nella locale Chiesa anglicana. Era un periodo molto felice per lo sviluppo culturale e scientifico della Liguria di Ponente; gli interessi di Bicknell spaziavano dalla botanica all’ornitologia, dall’archeologia alla mineralogia, anche se il suo contributo più importante fu dovuto alla scoperta e allo studio delle incisioni rupestri del Monte Bego, che gli valsero rinomanza internazionale. Morì il 17 luglio 1918 nella sua casa di campagna a Casterino.
Enzo Barnabà e Viviana Trentin.
Enzo Barnabà, scrittore di saggi storici e romanzi, è nato a Valguarnera nel 1944, ha studiato lingua e letteratura francese a Napoli e a Montpellier, e storia a Venezia e Genova. Ha insegnato lingua e letteratura francese in vari Licei del Veneto e della Liguria. Per conto del Ministero degli Esteri, ha svolto la funzione di lettore di lingua e letteratura italiana presso le Università di Aix-en-Provence e di insegnante-addetto culturale ad Abidjan, Scutari e Niksic. È l’autore del primo libro pubblicato in Italia e in Francia sul massacro xenofobo avvenuto nel 1893 “Aigues-Mortes, il massacro degli italiani” (Infinito, 2015, ultima edizione). Tra i suoi saggi ricordiamo: I Fasci siciliani a Valguarnera (Teti, 1981), Morte agli italiani! (Infinito, 2008). Tra le opere di narrativa ricordiamo: Sortilegi, scritto con Serge Latouche (Bollati Boringhieri, 2008), Il Ventre del Pitone (EMI, 2010), Il Partigiano di Piazza dei Martiri (Infinito, 2013), Il Sogno dell’eterna giovinezza. Vita e misteri di Serge Voronoff (Infinito, 2014), Aigues-Mortes, il massacro degli italiani (Infinito, 2015) e Il passo della morte (Infinito, 2019).
Il testo de “Il passo della morte” nasce dalle tele dipinte da Viviana Trentin dopo un’escursione tra Italia e Francia, sulle tracce dei migranti che oggi lo percorrono. Enzo Barnabà, che vive a Grimaldi, l’abitato da cui parte il sentiero, ha allargato la propria riflessione alla storia e all’antropologia.
Storia: Ruolo della famiglia monegasca dei Grimaldi. Spostamenti della frontiera, aperture, chiusure e militarizzazioni. L’arrivo degli inglesi: Hanbury e Bennet. Il ménage à trois tra D’Annunzio, Romaine Brooks e Ida Rubinstein. I volontari garibaldini imprigionati a Ventimiglia nel 1914. I passaggi degli antifascisti e degli ebrei (leggi razziali). Voronoff, lo scienziato che trapiantava testicoli di scimmie. Italo Calvino. Episodi di guerra e di Resistenza. La strage di Grimaldi. “Il cammino della Speranza”. Gli avventurosi passaggi dei Mione e degli Strangio La morte di Mario Trambusti, l’ultimo italiano. I passeur. La truffa degli “aerei annusatori”. Schengen abolisce (?) le frontiere.
Attualità: storie di solidali e migranti. I “no border”. I migranti morti in frontiera. Le reazioni della popolazione.
L’autore del testo, africanista (ha scritto, per esempio assieme a Serge Latouche “Sortilegi” per Bollati Boringhieri) ha voluto scavare per vedere cosa ci sia dietro i fatti di cronaca, quale sia la paletta delle motivazioni che muovono oggi i migranti. Dare loro voce per informare, per cercare di uscire con lucidità dalla spirale buonismo-cattivismo nella quale la nostra società sembra essersi impantanata rispetto al fenomeno epocale che stiamo vivendo.
Ivana Ruscigni.
Ivana Ruscigni è nata nel 1967 in Liguria. Della sua città dice di sopportare, con malcelata pazienza, le vedute ristrette e i limitati orizzonti ma di amare profondamente la ruvidezza e l’asprezza di carattere dei suoi abitanti. Si occupa di Risorse Umane presso un’azienda e pratica la professione di Counselor professionista in uno studio privato. Laureata in Lettere presso l’ateneo di Genova sta conseguendo la seconda laurea in Psicologia, la sua grande passione. Ciò che scrive è fortemente caratterizzato da questa formazione e da un approccio che tende a scavare in profondità le dinamiche esistenziali dei protagonisti. Vive con un gatto nero che si chiama Satìr.
“C’è un tempo perfetto“, il suo primo romanzo, è scritto in prima persona: ha come protagonista una donna di 40 anni che mentre prova con tutte le sue forze a concepire un figlio tramite fecondazione assistita viene lasciata dal compagno. Questo evento la obbligherà a rivedere tutte le categorie con cui ha interpretato il mondo e tutta la sua vita di donna adulta; a partire dalla sua infanzia, una famiglia disfunzionale, il rapporto con gli uomini, le amicizie. La protagonista è costretta ad analizzare, comprendere e modificare la sua stessa essenza.
La storia si snoda velocemente nell’arco di circa cinque anni e racconta di una rinascita, di come e quanto sia necessario cambiare se stessi per poter affrontare le sfide della vita, sottolineando che il più delle volte i programmi che facciamo per la nostra esistenza, gli obiettivi che ci prefiggiamo vengono scompaginati da una serie di eventi, quasi sempre casuali, che ci impongono nuovi assetti emotivi.
Franco Borgogno.
Franco Borgogno, 53 anni, giornalista da 30, scrittore, comunicatore scientifico ambientale, guida naturalistica, fotografo, viaggiatore. Vincitore del Premio AICA-oscar italiano della Comunicazione ambientale 2017. Vincitore del premio giornalistico-letterario Carlo Marinkovic 2018 e del Science Book Award Seafuture 2018 per il libro ‘Un mare di plastica’. Citato tra gli artisti (fotografia) influenti a livello globale sulla tematica mare-plastica in ‘The Universal Sea Guidebook’ (Berlino, marzo 2019). Autore dell’installazione video @433_2050 al Festival della Scienza 2018 (Genova), parte del progetto artistico fotografico di divulgazione ambientale ‘Arctic Grafts’.
Relatore in oltre 100 tra workshop, programmi tv (Rai e Sky), seminari e convegni nazionali e internazionali su temi ambientali e in particolare riguardanti l’inquinamento da plastica, il mare, la sua protezione e la sua valorizzazione. Da qualche anno si dedica all’Ocean Literacy (educazione e divulgazione sull’importanza del mare per la vita umana: dalle ragioni ambientali a quelle economiche e culturali) ed è co-fondatore e Presidente di Ocean Literacy Italia, rete italiana per la diffusione dell’OL. In particolare si occupa dello studio e comunicazione (a livello formativo-educativo e giornalistico) del problema dei rifiuti di plastiche in acqua.
Presidente onorario del Comitato “Basta Plastica in Mare” di Rimini.
In “Un mare di plastica” (Ed. Nutrimenti), Franco Borgogno ci aiuta a prendere coscienza del più grave e diffuso inquinamento moderno, guidandoci ai comportamenti da evitare, nella vita di ogni giorno, per non compromettere il mare e il futuro del nostro pianeta. Unico partecipante italiano alla spedizione scientifica che nel 2016 ha percorso il passaggio a Nord Ovest per studiare l’impatto ambientale della plastica nei mari e negli oceani del mondo, attraverso il racconto del viaggio e dell’esperienza di ricerca ci offre una preziosa testimonianza diretta, che aiuta a comprendere la gravità e le devastanti conseguenze, anche sulla nostra salute e sull’economia globale, della più ampia e preoccupante forma di inquinamento, tuttora in gran parte ignorata.
Alessandra Chiappori.
Alessandra Chiappori è nata a Imperia nel 1986 e vive tra Torino e la Liguria. Diplomata al Liceo classico, si è laureata in Comunicazione multimediale e di massa all’Università di Torino, ateneo dove ha poi conseguito il titolo di Dottore di ricerca in semiotica. I suoi studi si sono concentrati su letteratura, semiotica e analisi testuale con particolare riferimento alla costruzione dello spazio nella narrativa di Italo Calvino. Giornalista pubblicista dal 2013, attualmente coordina la redazione torinese del magazine online mentelocale.it e scrive di letteratura per LuciaLibri e TurismoLetterario. Dal 2017 tiene un blog (www.acontrainte.it) dove racconta di sé e delle sue letture, è inoltre autrice e conduttrice del programma radiofonico Atlante di carta, viaggi nei mondi dei libri su Radio Beckwith Evangelica.
“Torino di carta è una guida letteraria della città e dei suoi quartieri, un’escursione narrativa per le strade di Torino, raccontata attraverso le opere di grandi scrittori, classici della letteratura italiana del Novecento e romanzi di autori contemporanei. Uno strumento per orientarsi attraverso le molteplici storie che, seppure in periodi differenti, hanno Torino come protagonista.
Da Edmondo De Amicis fino alla produzione letteraria degli ultimi anni, la città viene ridisegnata e presentata intercettando e restituendo al lettore il punto di osservazione e lo stile di ogni autore. Tutto, nella sua brulicante complessità, viene ricomposto in un’ideale mappa letteraria: vie, piazze, edifici, sotterranei, periferie e monumenti che contribuiscono a definire il carattere di una città affascinante e misteriosa.
Tra gli scrittori che popolano la Torino di carta ci sono Edmondo De Amicis, Natalia Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino, Primo Levi, Giovanni Arpino, Fruttero & Lucentini, Margherita Oggero, Enrico Pandiani, Christian Frascella, Alessandro Perissinotto, Giuseppe Culicchia, Enrico Remmert; e tanti altri ne incrocerete tra le sue strade, nei caffè o sotto i portici.
Donatello Alfonso, Laura Amoretti, Raffaella Ranise.
Donatello Alfonso, giornalista e scrittrice, nei suoi libri ha raccontato di donne, Resistenza, terrorismo e storia del ‘900. Tra i più recenti: Fischia il vento. Felice Cascione e il canto dei ribelli (Castelvecchi, 2014); La ragazza
nella foto. Un amore partigiano (All Around, 2017, con Nerella Sommariva, premio Giustolisi Memoria e Verità 2017); Un’imprevedibile situazione. Arte, vino, ribellione: nasce il Situazionismo (Il Melangolo, 2017); Uccidete Guido Rossa. Vita e morte dell’uomo che si oppose alle Br e cambiò il destino dell’Italia” (con Massimo Razzi, Castelvecchi 2019).
Laura Amoretti, laureata in Lettere classiche e in Scienze della formazione, ha esperienza ventennale nelle politiche attive del lavoro. Funzionaria presso il centro per l’impiego della Regione Liguria, dal 2010 si occupa anche di parità di genere e pari opportunità in qualità di consigliera di parità della provincia di Imperia e dal 2016 della Regione Liguria. Oltre a realizzare e coordinare diversi progetti sulle tematiche del lavoro, ha contribuito a numerose pubblicazioni sulla parità di genere.
Raffaella Ranise, laureata in Giurisprudenza, da alcuni anni si dedica alla scrittura. Nel 2013 ha pubblicato, con Giuseppina Tripodi, Rita Levi-Montalcini: aggiungere vita ai giorni (Longanesi). Nel 2016 ha pubblicato Noi un punto nell’universo. Storia semplice sull’astronomia (con la partecipazione di F. Matteucci) (Marsilio editore) e nel 2018 I Romanov. Storia di una dinastia tra luci e ombre, sempre per Marsilio.
A 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Destinazione Ravensbrück, L’orrore e la bellezza nel lager delle donne, è un libro che ripercorre testimonianze, fatti e luoghi attraverso la tessitura della memoria di queste donne, la disumanità che hanno dovuto affrontare e il male che ha attraversato l’Europa, monito per allontanare ogni vento di inaccettabili revanscismi. Alcune erano bambine, partite sole o con l’intera famiglia, altre ragazze di vent’anni, madri di famiglia oppure già anziane. Sui treni che le portavano al campo di concentramento di Ravensbrück a nord di Berlino, finirono detenute politiche, prostitute, o appartenenti a famiglie ebraiche: reiette da isolare, da eliminare, per il regime nazista. Mille tra le italiane deportate, di ogni età, non tornarono mai: tra loro anche alcune passate per un piccolo e quasi dimenticato centro di detenzione nell’estremo ponente ligure, a Vallecrosia, simbolo del desiderio di rimozione. La storia di queste donne, ragazze e bambine, i ricordi, la capacità che ebbero molte di loro, nonostante la tragedia che stavano vivendo, di ritrovare la capacità di un affetto, di un gesto, di un sorriso, si affiancano ai momenti più cupi vissuti nel lager e, per le sopravvissute, riportati nella vita vissuta a partire dal loro ritorno.