A margine della manifestazione che si è svolta oggi pomeriggio in piazza De Ferrari a Genova cui hanno partecipato un migliaio di genovesi, lavoratori di bar, ristoranti e locali da ballo, ma anche dello sport, piscine, palestre, centri fitness, balneari, sale Bingo, catering, scuole di danza, fotografi, cinema, commercio, accompagnatori turistici, spettacolo, Teatro Carlo Felice e tassisti che hanno ribadito a gran voce la loro avversità alle restrizioni imposte dall’Iss-Ministero della Salute, abbiamo incontrato il prof. Paolo Becchi, docente di Filosofia del Diritto all’Università di Genova, che è anche intervenuto sul palco della protesta.
Ora basta: con Draghi le cose devono cambiare, noi vogliamo lavorare | Foto
Becchi è diretto, senza peli sulla lingua e dice chiaramente: “No, non ne possiamo più”… “non se ne può più di questi lookdown”.
“Sono intervenuto da semplice cittadino. Dai commercianti e ristoratori ho saputo che oggi c’era questa manifestazione in piazza a Genova.
Sapevo che ce n’era già stata una in precedenza, ma questa volta ho detto: devo assolutamente venire, partecipare e portare la mia solidarietà.
Mai più credevo di parlare sul palco. Semplicemente la mia è stata la presenza di un cittadino insieme a tanti altri genovesi per dimostrare che non se ne può più di questo lockdown.
Quello che ho detto penso che sia un po’ la voce dei tanti che erano a De Ferrari, di quelle tante categorie che sono presenti sul territorio e che maggiormente hanno sofferto da questi continui lockdown.
Che cosa succedeva con i lockdown lo sappiamo tutti.
Ora con la fine del Governo Conte 2 ci si aspettava che finissero anche i lockdown, finisse una stagione legata a quel governo.
Ricominciare daccapo quasi ad un anno di distanza, no.
Perché non ne possiamo più e non è che non ci sia il virus. Il virus sicuramente c’è, ma abbiamo un modo per controllarlo. Abbiamo modo per curarlo. Abbiamo adesso anche le vaccinazioni abbiamo tutta una serie di strumenti che a marzo non avevamo.
Chiudere tutto è deleterio. Porterà il Paese alla rovina, ci aspettavamo che l’inizio di questo governo fosse qualcosa di nuovo e, invece, ci ritroviamo al punto di partenza: Non possiamo ritornare al punto di partenza, perché il paese non riuscirà a sopportare nuove chiusure.
Non abbiamo messo lì Mario Draghi perché diminuisca un po’ le aliquote fiscali o faccia un po’ di conti giusti sul recovery plan.
Il punto di partenza fondamentale è, in sicurezza, riaprire, riaprire, riaprire. E, invece, qui stiamo di nuovo richiudendo tutto daccapo: è inaccettabile!”
Audio: ecco le parole del prof. Paolo Becchi.