Parliamo dell’Aprilia Tuareg
Leggendo il titolo di questo articolo (Il tè nel deserto) viene subito in mente il capolavoro di Bernardo Bertolucci datato 1990, tratto dal romanzo di Paul Bowles.
Una storia che parla di avventura e di viaggio in terre sconosciute, contatti con popolazioni nomadi che hanno una ritualità unica verso gli ospiti: i tuareg.
Ed è proprio questo il nome che Aprilia ha imposto alla sua moto da entrofuoristrada nel lontano 1985 e che oggi ripropone in versione completamente rinnovata ma sempre con lo stesso spirito di esplorazione.
La moto odierna ricalca alcune linee stilistiche e cromatiche della versione dell’epoca ma in chiave assolutamente moderna ed aggiornata.
Partiamo allora a raccontare del propulsore che muove la Tuareg, e che è il noto bicilindrico parallelo frontemarcia in grado di esprimere 80 CV di potenza massima con 70 Nm di coppia massima. Con una bella risposta ai bassi e ai medi regimi. La nuova coppa dell’olio riduce l’ingombro verticale, regalando una luce a terra di oltre 240 mm. e un’altezza della sella inferiore a 860 mm.
Tuareg 660 tiene fede alla tradizione delle ciclistiche Aprilia, da sempre un sinonimo di eccellenza. Questo grazie al nuovo telaio tubolare in acciaio, accoppiato a staffe in alluminio e collegato al motore in sei punti, con grande attenzione alla centralizzazione delle masse e alla distribuzione del peso.
Quest’ultimo si attesta su 187 kg. a secco, rendendo la moto uno dei riferimenti nel settore per leggerezza. Tutto ciò, unito alla completa dotazione ideale per l’adventouring, a cominciare dal capiente serbatoio da 18 litri, rendono questa due ruote l’ideale compagna di viaggio in ogni situazione.
Comfort e prestazioni sono offerti dal reparto sospensioni, che vede una forcella anteriore da 43 mm. di diametro ed un monoammortizzatore posteriore con leveraggi progressivi. Entrambi a lunga escursione: 240 mm di corsa, molto improntati al fuoristrada ma che offrono grande tenuta anche sull’asfalto.
L’impianto frenante, di marca Brembo, vede una coppia anteriore di dischi da 300 mm con pinze a doppio pistoncino, mentre al posteriore è presente un disco da 260 mm. con pinza flottante a singolo pistoncino.
La moto ha cerchi tubeless in alluminio che calzano pneumatici Pirelli Scorpion Rally STR di misura 90/90 e 150/70. Ovviamente la tecnologia elettronica è di ultima generazione, con quattro “Riding Mode”, uno dei quali totalmente personalizzabile. L’ABS è disinseribile sul posteriore o su entrambe le ruote, troviamo poi il sistema APRC completo di Traction Control, Cruise Control, EngineMap e Engine Brake.
Tutto questo è facilmente accessibile dallo schermo TFT da 5″ ad alta visibilità.
Tramite la piattaforma multimediale denominata Aprilia MIA, è possibile un collegamento dello smartphone al mezzo, estendendo le funzioni della strumentazione. La nuova entrofuoristrada veneta è disponibile in tre differenti livree cromatiche: Acid Gold, Martian Red e Indaco Tagelmust, dove quest’ultima richiama la veste della Tuareg Wind 600 che ha spopolato a fine anni Ottanta.
Aprilia, per questo suo nuovo modello, ha studiato una linea di accessori dedicati per accentuarne il carattere off-road oppure per assecondare la voglia di viaggio del cliente finale. Accanto a questi, troviamo una linea di abbigliamento specifica, con caschi, pantaloni, giacche, guanti e persino magliette, particolari che aggiungono sia sicurezza che uno stile unico agli amanti di questo modello.
Aprilia Tuareg. Com’é e come va
A nostro parere la linea è davvero azzeccata, con una silhouette filante e gradevole, molto equilibrata. Lo stile è davvero molto “da fuoristrada”, e sembra pronta per lanciarsi verso il lago Rosa di Dakar o in direzione della prima oasi vicina.
Molto bello lo scarico posto sul lato destro del mezzo, grande ma non eccessivo, e dal bell’aspetto corsaiolo, che si inserisce alla perfezione nella linea posteriore filante e snella. Unico dubbio iniziale era il cupolino anteriore, che lascia un ampio spazio vuoto davanti alla strumentazione e che creava qualche perplessità.
Poi, osservando la moto da vicino e “facendo l’occhio” alle linee dei designer veneti, alla fine si apprezza anche la loro scelta stilistica.
A prima vista la moto sembra alta e slanciata soprattutto all’anteriore. Di primo acchito potrebbe incutere un po’ di paura per l’altezza della sella. Eppure, una volta superata la stessa con la gamba e sistemato il corpo a bordo, anche per chi come me sia alto solo 173 cm., la foggia della seduta molto rastremata, consente un buon appoggio a terra con entrambe le piante dei piedi.
Giro la chiave e la scritta “Be a racer” sembra mi strizzi l’occhio dal display. Schiaccio il pulsante e il bel bicilindrico prende vita con un suond sommesso e gradevole. Qualche attimo al minimo e si parte. Mi trovo immediatamente bene con i comandi, a mio agio come posizione di guida e lei che appare subito docile ma con una bel potenziale all’occorrenza.
Il motore, che ho già provato sulla Tuono proprio su queste pagine (vedi link), anche se ridotto di potenza appare subito molto elastico e reattivo. Grande tiro in tutte le marce anche in presenza del passeggero, poi se si apre con decisione il gas, la Tuareg inizia a spingere con una bella progressione ed un rumore di aspirazione che evoca davvero un senso di potenza. Malgrado l’aspetto molto “offroad”, la moto di Noale si comporta perfettamente sull’asfalto, molto ben piazzata a terra e sicura in ogni condizione.
Comoda per il pilota sia su strada che in fuoristrada, la media italiana ha una seduta molto confortevole con sella comoda e braccia stese correttamente grazie all’ampio manubrio che risulta molto efficace anche quando finisce l’asfalto.
Tutti i comandi sono estremamente morbidi al tatto, a partire dal gas fino ad arrivare alla frizione che, anche se a cavo, necessita di uno sforzo minimo di azionamento. Lo stesso si può dire del cambio, preciso e immediato, che reagisce con pazienza anche se viene utilizzato con una certa decisione.
Freni di altissimo livello che fermano la moto in ogni condizione con spazi realmente ridotti, ottimamente modulabili in tutte le condizioni di marcia.
La tecnologia a bordo della nuova Aprilia è davvero molta, con le mappature standard che ben adattano la risposta del mezzo alle differenti condizioni, dove la Explore è ovviamente la più brillante mentre in Urban il proulsore si fà molto più tranquillo (per così dire…) con erogazione molto delicata.
Off road è invece il settaggio pensato per il fuoristrada, che consente di divertirsi non poco, dando ampio spazio al pilota e limitando i controlli. Da ultimo una menzione speciale per il riding-mode denominato Individual che garantisce un settaggio dei controlli totalmente scelto dal pilota, per rendere il mezzo totalmente attagliato sulle caratteristiche del conduttore.
Su strada extraurbana la moto è davvero divertente, malgrado la scelta dei cerchi sia molto orientata al fuoristrada, la moto veneta risulta assolutamente maneggevole e veloce nel misto stretto ma anche stabile nei trasferimenti autostradali. In questi ultimi abbiamo apprezzato la protettività del parabrezza, che riesce a deviare oltre il casco le correnti d’aria dirette, rendendo il viaggio davvero comfortevole. Aggiungiamo che con il cruise control la fatica è davvero ridotta al minimo.
Una moto bella ed efficace, che riprendendo stilemi antichi li reintepreta in chiave moderna, proponendosi come “moto totale”, in grado di effettare il tratto casa-lavoro, ma anche pronta a fare un’uscita nel
fine settimana e poi, equipaggiata con borse e bauletto è pronta ad affrontare un viaggio internazionale magari in coppia. E quando l’asfalto finisce, nessun problema, se l’avventura chiama la Tuareg risponde senza indugio, in grado di portarci ovunque, anche per assaporare “Il Tè nel deserto”…
Un caloroso ringraziamento a Riccardo Agosta, titolare di Farmotor concessionario Aprilia di Genova, Corso Europa 226, per aver messo a disposizione la Tuareg 660 utilizzata per questo servizio. Roberto Polleri (Marco Patrone)