Altro funzionario della Prefettura di Savona arrestato (ai domiciliari) con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta dell’ex viceprefetto Andrea Giangrasso, 69 anni, ora in pensione.
L’operazione dei carabinieri è scattata all’alba di oggi nell’ambito di un’indagine che andava avanti da mesi sul rilascio di permessi di soggiorno ottenuti da stranieri grazie a finti contratti di lavoro.
Le accuse contestate al momento risultano di favoreggiamento alla permanenza di immigrati clandestini sul territorio, falso materiale e falso ideologico per induzione.
L’ex viceprefetto è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Fiorenza Giorgi e richiesta dal pm Giovanni Battista Ferro. Nell’inchiesta sarebbero indagati anche professionisti della provincia di Savona.
Nel febbraio 2017 un altro viceprefetto di Savona, Andrea Santonastaso, era stato arrestato ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina insieme al funzionario prefettizio Carlo Della Vecchia e ad altre persone (un ispettore di polizia, un marocchino, un albanese, un’italiana) sempre su ordine della gip Fiorenza Giorgi.
Nel caso di quel presunto scandalo (25 indagati) furono contestate a vario titolo anche le accuse di corruzione, peculato e rivelazione di segreti d’ufficio. L’inchiesta prese il via nel 2015.
L’indagine odierna ha preso il via a marzo, in prosecuzione dell’operazione “Piramide” dei carabinieri, che aveva portato all’arresto di 10 persone per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Uno degli arrestati, Ibrahim Bedir, aveva raccontato agli inquirenti che le pratiche erano seguite in prefettura da un “funzionario di fiducia”.
Secondo gli investigatori, l’ex viceprefetto Giangrasso tra il 2013 e il 2014 avrebbe favorito la permanenza di cittadini stranieri, soprattutto egiziani, attraverso permessi di lavoro stagionale in cambio di beni materiali quali gioielli, cene, dispositivi elettronici, creme o biglietti per le partite della Juventus.