Coordinamento: il Green pass è un’imposizione palesemente incostituzionale e priva di un reale fondamento sanitario
E’ in atto a Genova uno sciopero di diverse categorie con un corteo organizzato dal Coordinamento Resistenza Genova per la Liguria composto da “Giustizia Sociale”, il sindacato “Cub Genova”, il “Comitato liberi cittadini Genova”, “Libera piazza Genova” e dal “Comitato Portuali CLPG”.
Il concentramento è avvenuto alle 9.30 in piazza De Ferrari davanti a Palazzo Ducale, poi ha preso vita il corteo che sta attraversando le strade di Genova, via Roma, Prefettura, piazza Corvetto, le due gallerie per attraversare Largo Zecca, via Gramsci, Stazione Marittima, via Buozzi, via Milano, Lungomare Canepa, via Pacinotti, ponte di Cornigliano per giungere in piazza Massena.
Il corteo è aperto dai portuali genovesi con una grande striscione e si vede anche una bandiera della Culmv, ma partecipano lavoratori di diversi settore e gli studenti.
Gli slogan sono sempre gli stessi da “No Green pass!” e “Giù le mani dal lavoro!”
Diverse le criticità per il traffico che nella zona in cui passa il corteo risulta congestionato, se non bloccato.
La manifestazione che viene fatta anche in solidarietà con i portuali di Trieste, è contro le limitazioni ai diritti dei cittadini fuori e dentro i posti di lavoro; contro l’obbligatorietà del Green pass per accedere sul luogo di lavoro e l’obbligatorietà vaccinale per alcune categorie tra cui i sanitari; “per il diritto ad una pensione equa e dignitosa” e perché “nessuno studente rimanga fuori dall’aula”.
Proprio in una nota del Coordinamento Resistenza Genova per la Liguria si legge: “In questi mesi si è sviluppata una lotta in Italia come da tempo non si vedeva, contro la deriva autoritaria di questi ultimi due governi e l’introduzione del green pass, addirittura per poter lavorare.
Un cammino, quello intrapreso dal governo, atto a sfruttare lo strumento dell’emergenza sanitaria per continuare quell’agenda di riforme e di smantellamento della costituzione imposto negli ultimi 30 anni dalle istituzioni Europee e da governi di maggiordomo calati dall’alto.
Semplici cittadini e lavoratori hanno, tutti insieme, manifestato bloccato attività produttive rifiutandosi di accettare un’imposizione palesemente incostituzionale e priva di un reale fondamento sanitario.
È evidente però che il green pass sia solo la punta dell’iceberg e sia solo uno strumento per dare il colpo finale ad uno stato di diritto già compromesso e, come auspicato dai burocrati di Bruxelles, superare definitivamente le costituzioni nazionali, secondo loro troppo garantiste nei confronti del lavoro e troppo permissive nella manifestazione del dissenso e a Trieste ne abbiamo visto gli effetti. Il lavoro è un diritto inalienabile che la Costituzione enuncia dal primo articolo ed in tutta la sua prima parte, che è immodificabile, e non una concessione regolata da un lasciapassare deciso da una cabina di regia priva di qualsivoglia legittimazione democratica.
L’attacco non è solo rivolto a tutti i lavoratori, perché crea discriminazioni e riporta nel mondo del lavoro quanto avviene già nella società, ma anche contro gli studenti che non vedono più riconosciuto il loro diritto allo studio, nonché all’intera economia del nostro Paese, che non può permettersi di fare a meno di milioni di lavoratori.
Il “lasciapassare verde” è un mezzo, neanche tanto velato, per poter ridurre il numero dei lavoratori, licenziare e, soprattutto, costringere chi rimane ad accettare un aumento di ore lavorative nonché condizioni salariali e normative peggiori.
In pratica l’affossamento dei contratti nazionali di lavoro.
Diffidiamo inoltre questo governo è questo ignobile parlamento dall’apportare qualsiasi tipo di modifica alle normative che regolano l’accesso alla pensione, non permetteremo che chi ha causato la morte di 800 bambini greci in due anni, distrutto un popolo e affamato milioni di anziani, possa determinare il futuro dei nostri figli e la dignità dei nostri pensionati che questo paese lo hanno ricostruito. È per questo necessario che l’opposizione al green pass si saldi strettamente alla difesa dei diritti di tutti i cittadini.
Per questi motivi è nato il Coordinamento Genova, che continua la lotta contro le limitazioni ai diritti dei cittadini fuori e dentro i posti di lavoro, e solidarizza con i portuali di Trieste e Genova, cacciati a viva forza dai presidi.
No all’obbligo del green pass. Nessun lavoratore deve restare fuori dal posto di lavoro. Il diritto ad una pensione equa e dignitosa non verrà più messa in discussione da vincoli di bilancio, la vita e la dignità non sono un costo. Nessuno studente deve rimanere fuori dall’aula.
Difendiamo la democrazia e la libertà di tutti. La repressione avvenuta a Trieste non si può e non si deve ripetere. Nessun accordo può passare sulla testa di cittadini e lavoratori. E non passerà.”