E il leder M5S sbaglia pure, chiamando i contestatori “di Potere Operaio” anziché di Potere al Popolo
“Non è la tua manifestazione. Te ne devi andare via, pezzo di m….”. “Devi fare propaganda altrove”. “Fuori Conte dal corteo”. Diversi cittadini partecipanti alla manifestazione dei “Comitati del No”, che oggi sono scesi in piazza contro Giovanni Toti, da martedì scorso agli arresti domiciliari per corruzione elettorale, in un corteo da Genova Principe a De Ferrari, hanno contestato duramente la partecipazione dell’ex premier Giuseppe Conte.
Contro l’attuale leader del M5S, oltre agli insulti, alle urla e ai fischi, è stato sparato anche un lacrimogeno.
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“La decisione di venire in Liguria era stata già presa – si è difeso Conte – venendo in Liguria ho saputo di questa manifestazione spontanea dei comitati e delle associazioni che vogliono la tutela della salute, dell’ambiente e del territorio. Sono le nostre tematiche, ho letto dell’appello alle forze politiche e come forza politica che su questi temi non da oggi è prioritariamente impegnata siamo venuti e abbiamo partecipato”.
Oltre 100 realtà da giorni avevano organizzato una maxi mobilitazione e oggi, all’annuncio di Conte via social network di partecipare alla manifestazione di piazza, hanno preso le distanze parlando di strumentalizzazione.
“L’ascolto di associazioni, della parte sana e civica della popolazione, per noi non è solo di oggi ma è sempre. Siamo venuti qui ad ascoltare – ha minimizzato Conte – poi sì c’è stata un gruppo di una decina di giovani di Potere Operaio, ho visto le bandiere, che voleva impedirci di seguire il corteo.
Noi su questi temi anche su quelli della legalità, della trasparenza, della lotta alla corruzione noi siamo da sempre a fare battaglia. Veniamo insultati da destra a sinistra, ma non è un lacrimogeno di Potere operaio che ci può assolutamente impedire di rimanere in ascolto della parte sana della popolazione che vuole voltare pagina”.
“La cosa più triste di questa settimana politica – ha attaccato il senatore ex M5S Emanuele Dessì (Uniti per la Costituzione-IdV-Cal-Partito Comunista) – è lo sciacallo politico per eccellenza, Giuseppe Conte, il presidente per caso, che definisce i compagni che giustamente contestano la sua presenza alla manifestazione di Genova di ‘Potere Operaio’, mentre in realtà sono di Potere al Popolo.
Solo per i più giovani è giusto ricordare che Potere Operaio si è sciolta più o meno nella prima metà degli anni 70. Ma lui non se ne era accorto, troppo preso ad aggiustarsi il ciuffo e la pochette. La triste mancanza di cultura e conoscenza politica di un improvvisato che qualcuno vorrebbe spacciare per leader”.