Nel mondo si stima che quasi 690 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2019
A causa degli effetti generati dalla pandemia Covid-19, ulteriori 130 milioni di persone, entro la fine del 2020, potrebbero trovarsi in situazioni di povertà cronica, con la mancanza di cibo che continua a colpire nuove fasce della popolazione sia nei paesi ricchi sia in quelli meno sviluppati, come emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base del Rapporto Annuale delle Nazioni Unite nel commentare l’assegnazione del premio Nobel per la pace 2020 al WFP al World Food Program.
Nel mondo si stima che quasi 690 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2019, ma il numero è destinato a crescere per effetto dell’emergenza coronavirus che ha sconvolto i sistemi economici e cancellato milioni di posti di lavoro.
“L’assegnazione del Nobel per la Pace al WFP – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – conferma ulteriormente come il cibo sia tornato ad essere un elemento strategico negli equilibri internazionali, con corsa agli accaparramenti e guerre commerciali che alimentano tensioni e nuove povertà e come, allo stesso tempo, sia emersa una consapevolezza diffusa sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che deve avere. Anche in Italia la pandemia ha acuito il divario sociale, facendo aumentare il numero di persone che sono costrette a chiedere aiuto per il cibo, persone che in Liguria sono oltre 66mila. Il nostro Paese, grazie alla sua agricoltura, può contare su una risorsa da primato mondiale, ma deve investire per superare le fragilità presenti e difendere la sovranità alimentare, riducendo il più possibile la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni. E’ basilare per tutte le società sconfiggere la fame, cercando inoltre di arrivare ad assicurare per tutti una dieta sana, equilibrata e sostenibile per l’ambiente, attenta alla salute dei consumatori, rispettosa della biodiversità presenti, riducendo inoltre drasticamente lo spreco alimentare”.