In vista delle elezioni regionali di primavera 2020. Due segnalazioni di operazioni sospette inviate dalla Banca d’Italia hanno dato vita a un’indagine sui flussi bancari di due comitati “riconducibili al governatore della Liguria Giovanni Toti”.
Il presidente della giunta regionale ha già replicato che in sostanza è “tutto regolare perché non abbiamo nulla da nascondere e sono state rispettate tutte le leggi dalla A alla Z”.
La prima segnalazione, ha riferito stamane l’agenzia Ansa, è stata mandata alla Direzione nazionale antimafia e riguarda, come riportato anche da diversi quotidiani, un finanziamento di 10mila euro ricevuto dal Comitato Giovanni Toti-Liguria, che sostiene la candidatura a presidente, ed erogato dal ‘Comitato Change’, che sostiene candidati graditi a Toti. C’è il “sospetto che il Comitato abbia ricevuto finanziamenti dalla Regione Liguria o altri enti”.
La seconda segnalazione, inviata alla Guardia di Finanza, riguarda il Comitato Change. In particolare 4 bonifici ricevuti come erogazione liberale da privati: 100 mila euro da Moby spa, compagnia dell’armatore Onorato, 90 mila euro da Aker e 20 mila euro da Innovatec, entrambe del gruppo Waste Italia che gestisce energia e rifiuti e, tra l’altro la discarica di Vado Ligure. Altri 30mila euro sono arrivati da Diaspa srl che ha una partecipazione in Waste.
Sotto la lente anche “bonifici eseguiti direttamente a favore di Giovanni Toti si legge su alcuni quotidiani. Nello specifico due tranche da 5mila e 20mila euro “per contributo all’attività politica”.
Secondo quanto risulta, la segnalazione dell’Uif di Banca d’Italia è ora al vaglio anche della Procura di Genova.
Il Comitato Change viene segnalato all’Antiriciclaggio dalla Guardia di Finanza nel 2018 e nel 2019. Viene indicato che il presidente e tesoriere del Comitato Giovanni Toti-Liguria, Enrico Zappa, poi sostituito da Alberto Pozzo, “ricopre il ruolo di sindaco di numerose società, fra le quali quelle del gruppo di Sandro Biasotti”, imprenditore e senatore genovese, che ha lasciato di recente Forza Italia dopo gli attacchi a Toti. Zappa riceve un nuovo incarico e viene nominato presidente del collegio sindacale della Società per Cornigliano, controllata pubblica.
Sui quotidiani emergono anche i nomi dei finanziatori del Comitato Change. Fra loro il Gruppo Pessina, coinvolto nella costruzione del nuovo ospedale della Spezia, la famiglia Gavio, il banchiere Giovanni Calabrò. Nella segnalazione dell’Uif compare anche il nome di Nicola Boni “rappresentante e titolare effettivo del comitato”, un “avvocato di Massa che dal 2017 è presidente di FuoriMuro, società di servizi portuali ferroviari che gestisce anche le manovre nel porto di Genova”.
Nella compagine, spiegano i quotidiani, viene indicato anche Cristiano Lavaggi, “consulente del lavoro spezzino e amministratore delegato di Liguria Patrimonio, società controllata dalla Regione Liguria che gestisce immobili alla Spezia e che è entrato nel cda di Iren”.
Giovanni Toti su fb ha replicato alle informazioni pubblicate sui quotidiani con un lungo post. Ecco il testo.
“Sui giornali di oggi – ha spiegato il governatore ligure – compare la notizia di un’inchiesta sui finanziamenti ad alcune associazioni e comitati che sostengono da anni la nostra attività politica.
Posso solo ribadire che abbiamo sempre seguito alla lettera e con rigoroso scrupolo la sostanza e la forma della legge.
Ogni sostegno ricevuto è stato registrato e comunicato con assoluta trasparenza, secondo le norme vigenti, agli enti di sorveglianza e pubblicato su internet.
Non abbiamo nulla da nascondere. Ogni euro versato da chi ha voluto aiutarci è stato dedicato solo e soltanto all’attività politica che stiamo facendo per dare il nostro contributo a migliorare la nostra regione e il Paese.
Tutti gli amici che ci hanno aiutato nel gestire le nostre campagne elettorali o che hanno contribuito ad esse lo hanno fatto senza secondi fini, non avendo ricevuto in cambio alcunché se non la soddisfazione di partecipare a una bella avventura politica. Anzi, lo hanno fatto prendendosi qualche noia immeritata, come dimostra questa mattinata.
Noi non potevamo fare di più che rispettare tutte le leggi, dalla A alla Z.
Se poi, abolito giustamente il finanziamento pubblico ai partiti e alla politica, si vuole vietare totalmente che anche privati cittadini in piena trasparenza possano usare i propri denari lecitamente guadagnati per sostenere politici e movimenti in cui credono, allora lo si faccia esplicitamente.
Non so come potrebbe andare avanti il nostro sistema democratico, chi pagherebbe sale per convegni, manifesti, siti internet, pubblicazioni, cioè tutto quanto serve per fare politica.
Noi andiamo avanti, certi nel diritto e nella coscienza di essere nel giusto e nella legalità. E ben vengano tutti i controlli del mondo per chi, come noi, non ha nulla da nascondere. Anzi, siamo orgogliosi di tutti coloro che ci hanno aiutato e dato la loro fiducia”.