Inchiesta tragico crollo del Ponte Morandi. Stamane in procura a Genova è stato sentito, come persona informata su fatti, l’ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti e attuale deputato Maurizio Lupi.
“Non mi erano mai arrivate notizie di criticità – ha in sintesi riferito Lupi dopo essere stato ascoltato dai pm – perché la discussione è sempre stata sul tema vero e reale della realizzazione della Gronda.
In quei due anni di ministero sia nel rapporto con le autorità locali che con Autostrade il tema vero era sbloccare finalmente la realizzazione della Gronda. Non avrebbe sostituito il Ponte Morandi ma lo avrebbe alleggerito del traffico pesante e indirettamente secondo me avrebbe portato a una situazione diversa. Le note contrarietà locali hanno fatto allungare i tempi.
In ogni caso, il Mit aveva e ha una direzione per controllare e quindi il Ministero doveva e deve controllare. E la direttiva che tutti i ministri hanno dato era la sicurezza.
Tutti gli atti sono pubblici così come le convenzioni e le responsabilità di chi doveva fare cosa. Noi avevamo tre punti che per me erano sacri: la sicurezza, quindi la manutenzione ordinaria e straordinaria, la realizzazione delle grandi opere e il terzo tema era quello delle tariffe, ovvero che la tariffazione fosse corretta in base agli investimenti che si facevano e che le tariffe non potevano continuare a aumentare.
C’è qualcuno che ha deciso di cambiare i contenuti convenzionali. Ricordo che c’è stata una legge precedente alla mia legislatura che ha stabilito il nuovo contenuto convenzionale con Autostrade. Non demonizzo il rapporto pubblico-privato, né Aspi. Credo che lo Stato debba fare lo Stato, debba dare gli indirizzi ed esercitare fortemente i controlli. Sono contro la nazionalizzazione e a favore della realizzazione delle grandi opere”.