“La Fondazione Change lavora alla luce del sole, senza conflitti di interesse e finanzia la politica che in Liguria ha battuto tutte le volte il M5S, senza costi per i cittadini”.
Lo ha riferito oggi il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, replicando agli attacchi sollevati anche dal M5S su presunti conflitti di interesse riguardanti la fondazione dopo la pubblicazione sull’Espresso dei nomi dei finanziatori nell’edizione di domenica scorsa.
“Non c’è alcun reato e alcuna inchiesta – ha aggiunto – non è la mia fondazione ma quella di moltissime persone, nessuna delle quali ha diretti contatti e affari con Regione Liguria”.
Sulla sua pagina Facebook la senatrice genovese del M5S Elena Botto domenica scorsa aveva pubblicato un post, poi condiviso anche da altri esponenti pentastellati: “Ecco chi finanzia in segreto il presidente della Liguria Giovanni Toti, attraverso una fondazione. L’Espresso oggi fa un riepilogo dettagliato dei soldi che imprenditori e lobbisti hanno dato a Toti”.
“Stupisce leggere su un settimanale che fu un serio organo di informazione – ha contrattaccato Toti – un misto di illazioni, inesattezze, suggestioni calunniose condite con serie violazioni di legge, sulle quali ci riserviamo di tutelarci per via legale.
Non esiste nulla di segreto nei bilanci e nelle finalità del comitato Change: i suoi bilanci sono certificati e pubblici secondo i termini di legge.
Così come registrati sono i contributi che il comitato ha versato a esponenti politici e campagne elettorali e i contributi ricevuti da chi generosamente, e senza secondi fini, ha aiutato in questi anni Change a perseguire i propri scopi.
Le iniziative di Change sono sempre state pubbliche e a molte cene di raccolta fondi hanno addirittura partecipato, invitati, esponenti della stampa.
Respingiamo lo spirito e i contenuti di un racconto che, oltre a mistificare la realtà, costruisce una narrazione volutamente e forzatamente scandalistica senza rivelare, come ammette lo stesso giornale suo malgrado, alcuna violazione di legge.
Spiace che i grillini siano innervositi dal fatto che il comitato Change abbia sostenuto progetti politici, alternativi a loro, con candidati spesso vincenti alle elezioni. Ma ce ne faremo una ragione”.